Scartata l'idea di percorrere la difficile Gay-Ghirardi (TD+) peraltro in parete Ovest e pertanto più fredda, optiamo per il più solare (o almeno speriamo sia tale) omonimo Diedro. Un paio di lunghezze (facile la prima, un po' meno la seconda con un traverso molto esposto) ci conducono nel magnifico e impressionante
Diedro Ghirardi.
La salita risulta di notevole impegno psicologico, con progressione su chiodi precari,
difficilissima da integrare salvo nell'unico breve tratto in cui si sta nel diedro (altrimenti molto difficile e faticoso). Unica possibilita' di integrazione delle protezioni sta nella laboriosa chiodatura con knife-blade. La
seconda parte del diedro, meno difficile (anche se piuttosto verticale) ma piu' facilmente proteggibile, ci porta su quella sorta di 'scivolo' che taglia obliquamente la parete da sinistra a destra.
Lo percorreremo con tre lunghezze di corda: una prima con passo iniziale ostico (V/V+ su fessura interamente da proteggere), una seconda nel diedro a sx della Superbianciotto (di cui sfruttiamo la sosta) con uscita su magnifica lama staccata (V+), una
terza lunghezza su
lame e fessure molto
divertenti (V). Giungiamo in cima ad una torre da cui con un delicato ed
espostissimo traverso procediamo per l'ultimo
bel diedro (V) che conduce alla solita (ma piacevolissima)
cresta finale.
Solo pochi attimi prima che inizi a piovere...
Lunga discesa sotto una pioggerella insistente, giusto per arrivare a casa fradici.