Scalata all'insegna dell'
umidità... nell'aria come sulla roccia...
Tant'è che non ci è stato dato di apprezzare davvero questa bella linea di salita, caratterizzata da placche e fessure probabilmente molto carine.
Anche la roccia in quelle condizioni ci è sembrata poco piacevole al tatto e sotto le scarpette.
Ad ogni modo, la parete è molto attraente e propone diverse possibilità di salita nello stile del buon Michelin.
Certo che le frequenti nebbie e l'esposizione NO inducono a valutare bene quando frequentarla: il consiglio è di evitarla dopo periodi piovosi.
La via da noi percorsa attacca su una sorta di
spigolino e con lieve traverso a dx raggiunge la prima sosta (6a); le nostre sensazioni sono poco piacevoli, con le scarpette che sembrano scivolare via sui quarzi affioranti dalle placche...
Segue il tiro
chiave della via (6a+) con un passaggio molto tecnico su muro verticale con tacche.
L3 con attacco su bella fessura (bagnata!) da proteggere all'attacco onde limitare il rischio dato dalla forte esposizione (ci si trova a partire sopra ad un intaglio-camino),
5b.
L4:
strapiombino iniziale (5c) e poi
placca continua.
Segue una 'lunghissima lunghezza' (quasi 50 m) di
placca con un passo iniziale delicato di 6a (che con l'umidità risulta assai psicologico) e l'uscita purtroppo molto sporca.
L6: dalla sosta ribaltamento delicato (6a) oltre lo strapiombo di dx e prosieguo su
placca fessurata, bagnata quanto basta per sentirsi su una specie di toboga... la fessura terrosa poi e l'uscita sul 'giardino' finale dove occorre artigliarsi alla meglio ai rododendri condiscono il tutto.
I nostri nervi messi a dura prova dalle condizioni ambientali devono ancora sostenere un traverso (provvidenzialmente attrezzato con una fissa da Red) e la breve sequenza di doppie.
Rientro
sul far della sera con bella vista (ora sì che le nebbie si dissolvono) sulla pianura cosparsa di miriadi di lucine.