Sfuggiamo ancora una volta al tempo inclemente dei nostri monti per provare l'ebrezza di una scalata al "paretone" di Pianarella, sempre guardato dal basso con estremo riguardo ed umiltà...
Ovviamente l'intento è di percorrere la via più abbordabile, che tale si presenta per la chiodatura e la difficoltà intrinseca, molto meno gradito il fatto che i passi chiave dei tiri più duri risultino molto viscidi. E' evidente che in questi oltre 25 anni dall'apertura della via il richiamo irresistibile del "paretone" ha attratto centinaia di mani di scalatori, tutti appesi negli stessi pochi appigli di quei 6b, ora divenuti qualcosa di ben più temibile (almeno per le mie modeste capacità).
L'itinerario alterna piacevolemente tiri molto vari: dal
muretto iniziale (V), alla dura fessura (sfuggente è un eufemismo) del
secondo tiro (6b), il traverso del
terzo (V), il bellissimo
diedro del quarto tiro all'
interno dell'erosione di Pianarella (V+). Prosegue con un magnifico
tiro in placca a buchi (qui la roccia è molto buona, 6a), poi
placca delicata, traverso e pilastrino strapiombante (6a+), ancora un
traverso su roccia molto buona (6a). Il
seguente tiro, originariamente gradato 6a, è ora valutato 6b da alcune relazioni: e come potrebbe essere altrimenti? La
fessura è ora unta e non consente quella serenità d'animo (sempre alle braccia deboli come le mie, ben inteso) per salire d'impeto e affrontare il diedro sovrastante (più facile, ma non banale).
L'ultimo tiro con un solo punto di assicurazione, ma proteggibile su lecci o spuntoni porta sulla sommità di Pianarella (V).
Bel sentiero di rientro nel fitto bosco di lecci.