Armati di ogni sorta di "ferro del mestiere" percorriamo il sentiero che conduce al primo salto del contrafforte meridionale del Dente Orientale. Aggiriamo il salto (evitiamo di percorrere la via Brik molto discontinua e poco interessante) e raggiungiamo il secondo salto che contorniamo nuovamente a sinistra per boscaglia, pervenendo alla
base del salto su cui si trovano la via "Serpente" (a sx) e "Ribetti-Dionisi" (poco più a dx, targhetta all'attacco).
Via classica, decisamente impegnativa, non tanto per i passaggi singoli quanto per le protezioni in loco (chiodi talvolta precari) e la difficoltà di integrarle (occorre occhio per individuare le poche fessure proteggibili a nut/friend, altrimenti bisogna ricorrere alla chiodatura).
L'inizio appare sporco, ma in realtà la qualità della roccia è buona e in miglioramento man mano che si sale:
traverso delicato a sx, poi bello
spigolo fino in sosta a spit (V+).
Il secondo tiro (6a+) supera una lama staccata (dal suono poco rassicurante) per portarsi
sotto un tetto, che noi abbiamo aggirato a dx con
passi delicati e protezioni a micronut, portandoci sulla verticale della sosta successiva (sempre a spit).
Il tiro successivo (6a) percorre dapprima il diedro sovrastante la sosta (un po' sporco), poi devia bruscamente a sx sotto un tetto (chiodo sporgente), per superare un tetto obliquo con due/tre chiodi (
passo chiave). Ancora uno strapiombino proteggibile con un friend piccolo e si è sulle placche che conducono alla sommità del torrione con difficoltà decrescenti.
Pochi metri a piedi fino a portarsi a sx della
grande placca (dove sale la Brik), in corrispondenza di un albero si attacca in traverso a sinistra l'ultimo tiro (6a). Passi in placca, poi dulfer e si giunge
sotto i tetti sommitali che costringono ad un traverso delicato (e poco protetto) verso destra fino all'uscita.
Attenzione in tutta la via ad allungare bene i rinvii onde limitare gli attriti di corda!
Per rintracciare il sentiero di discesa conviene fare ancora il tiro denominato "
passo del serpente" (V-) e poi dalla piazzola sommitale prendere a destra per tracce ripide, intercettando il sentiero che scende dal colle della Bessa.
Ambiente molto bello e meno frequentato della Sbarua, ma con salite meno continue (almeno nella parte bassa).