Ecco che finalmente riesco a combinare con qualche francese per andare a passare un bel week end di ghiaccio, senza dover aspettare di superare monti e valli fino in Italia...
Questa volta, come lo scorso week end, le condizioni di neve sono delicate, assai pericolose, e un po' timorosi decidiamo di scalare sabato a Ceillac, e di vedere poi domenica cosa si potrà fare.
Detto, fatto. Appuntamento a Grenoble alle cinque, e via sulle strade innevate della Romanche, piano piano fino al colle de Lautaret, e poi giù fino a Briançon, Guillestre, e su' fino al freddo parcheggio posto cento metri sotto le cascate.
Sorpresi di non trovarci gente ancora impegnata, partiamo insieme ad altre due cordate, scegliendo una linea nostra. C'è
molta neve da pulire, e il ghiaccio, pur sempre buono ci costringe a stare molto attenti al suo spessore.
Tocca poi a Christopher, con il quale ho scalato soltanto in palestra, e lo vedo partire un po' teso. Comunque arrampica, si protegge molto bene, e si offre cosi' un passaggio decisamente
estetico che non manco di registrare.
Arrivati quindi alla base della grotta, siamo un po' preoccupati dalla qualità del ghiaccio, ma Chris vuole vedere da vicino. Più convinto di me si lancia, ma la paura lo spinge a scendere...
Io, dapprima codardo, avendo sentito che il ghiaccio, pure sottile, non suona poi cosi' male, cambio per il 'coraggioso': 'lascia fare a me che passo correndo'...
E quindi scappo, senza piantare più di tanto le picche e appoggiando i piedi, e facendo slalom tra le voragini nel ghiaccio che lasciano vedere l'acqua che scorre sotto.
Vado fino in fondo alla corda, per ritrovarmi nell'ultima parte della cascata, decisamente più facile, ma strapiena di neve.
Allora ci tocca fare il tiro più estetico della cascata: un tubo scolpito nella roccia dall'acqua logorante, lungo secoli e millenni di storia infinita. Ecco che si riscontrano insieme la materia 'immobile', e quella effimera: il ghiaccio schizzato sulle pareti di questo tunnel di roccia...
Tocca a Chris, che approfitta della facilità del tiro per riallacciare gli scarponi, e poi parte.
Io per poco non ritrovo le piccozze seppellite nella neve, e al costo di una ennesima bollita le tiro fuori dalla neve e parto!
Allora si offre alla nostra vista l'
ultimo tiro, ultimo muretto di ghiaccio sano e morbido che sorvoliamo fino all'albero di sosta, punto di partenza della
discesa, che per la prima volta devo tracciare completamente, nella neve profonda.
scendiamo dunque, in un ambiente magico, e passando sotto ad alcuni vecchi amici come il '
free standing' del 'sombre héros', scalato qualche volta negli anni precedenti.
Le cascate si stanno ancora formando, e non siamo arrivati con le condizioni migliori, ma rifare un'altra volta 'les formes du chaos' sperando di trovarvi un ghiaccio non completamente scavato dai passaggi meritava.
Felici di avere iniziato la stagione con una prima cascata atta a risvegliare gli istinti del ghiacciatore dell'ovest, ammettiamo che sarebbe stato saggio aspettare un po'... Ma come i bambini che ne hanno ancora combinata una, ce ne andiamo con le luci della felicità negli occhi!