Un meteo birichino, come spesso ad agosto accade, ci costringe a non sperare nei grandi viaggi progettati prima di partire. Fortuna vuole che qui vicino ci siano tantissime pareti con esposizioni di ogni genere. Allora ci decidiamo per la sorella maggiore di Presles, discreta vicina di casa che non fa mai rumore, non cerca mai di essere troppo visibile, ma è comunque là che aspetta la visita di qualche scalatore poeta.
Approfittando della vicinanza del posto per svegliarci tardi, ed è comunque alla fresca che lasciamo la macchina per il
versante ovest della petite Cournouse. Abbiamo scelto il
gendarme, pilastrino vagamente appoggiato ad una parete '
verdonesque', che benché alto solo 180m, propone sette tiri di difficoltà classiche. Il sentiero, quasi sempre coperto da querce e bossi offre una macchia che nelle nostre menti ancora piene delle storie dell'eroica 'resistance' contro i nazisti che nacque nel Vercors, crea immagini di nascondigli segreti e di trappole imboscate...
E Marci, al solito, trova modo di raffigurare i grandi nomi dei partigiani del '44...
Arrivati all'
attacco, dopo esserci assicurati di aver dimenticato chi le scarpette, chi il cappellino anti-irritazione-della-testa-plà, decidiamo di attaccare con il
primo tiro di '5a'. Tocca a Jean, detto il cugino latrino, che teme di aver perso parecchio dal suo intervento al dito, quando per poco non viene giù da un tiro supposto facile.
I tiri seguenti non scherzano nemmeno, ma la bellezza della roccia e la logica della linea di salita garantiscono comunque una scalata decisamente piacevole.
Fessure,
diedri, camini, traversi sprotetti, qualche incastro qua e là, sempre su una roccia ruvida a piacere. Liquidati i primi quattro tiri, la direzione delle operazioni viene data al
Marci di turno, detto il 'latrin lover', ovvero Patrick Edminchiè, lo scalatore col turbocompressore. Fortuna vuole che un vento abbastanza forte da strappare via le corna ai cornuti abbia sempre portato via le fragranti creazioni di Marci.
Tanto di cappello agli apritori che hanno aperto nel '70 con gli scarponi, e si presume in libera, tiri di quarto con passi di aderenza su placca!! Piero dimostra tutto il suo genio per riuscire a superare senza mungere granchè quei tiri piedosi, fidandosi della precisione delle
scarpe da ginnastica. E cosi', il nostro '
artrosman' arriva fino in cima con i piedi integri, e le braccia distrutte.
Gli ultimi due tiri, prima una placca-poi-diedro-poi-camino, e uno
strapiombo-fisico-facile, tecnici e strapiombanti su roccia perfetta, ci portano sulla piacevole
vetta, dove i secondi scoprono di essere assicurati da
tarzan in persona!!
Dopo le rituali
foto della vittoria, scopriamo la serie di
calate in una gola che spaventerebbe il mago nero di Mordor in persona. La discesa ha poco da invidiare ai ritorni dalle torri dolomitiche, ma il buon umore sempre presente in fondo alle nostre pance ormai vuote è il cibo favorito dei nostri cuori colmi di emozioni...
Una volta arrivati alla macchina, ci buttiamo subito nel primo supermercato a rifare le scorte di birra e di cibo, per festeggiare la fame che teniamo da troppo tempo!