Siamo accecati dal desiderio di scalare e con la speranza in cuore di poter raccogliere ogni piccolo raggio di sole sulle pareti ci avviamo alla volta della Courma. Il nostro obiettivo è di salire una via facile in condizioni invernali e quindi con gli scarponcini.
L'esordio ci è favorevole: la temperatura è accettabile e, nonostante il freddo umido del
primo tiro (IV+), "sopravviviamo" alla immancabile bollita alle mani. Poi
seguitiamo nel nostro intento, inanellando un paio di facili tiri su gradoni. Ma la dea bendata ha deciso proprio di assecondarci... in fondo non volevamo un esperienza invernale su roccia? Eccoci accontentati: sole nascosto dalle nubi, sferzate di vento gelido, roccia ghiacciata... tutti gli ingredienti necessari. E proprio nella sezione più impegnativa della via. I due tiri che seguono propongono una
scalata tecnica, verticale su piccoli appigli, quello che ci vuole con la sensibilità a mani e piedi che ci ritroviamo!
In qualche modo saliamo, con qualche scivolata, stringendo i denti, vincendo stoicamente il
freddo che penetra fin nel midollo.
Poi però la saggia decisione: ripiegare con le
doppie ed il più rapidamente possibile! Tranne una voce fuori dal coro che ammette che si potrebbe anche proseguire...
Le doppie paiono interminabili, sferzati dalle folate di vento siberiano. Anche l'attrito del freno con le corde produce un po' di tepore che dà refrigerio dal gelo.
L'unico a passarsela bene sembra essere
il nano che il "Comitato di Liberazione" ha deposto amorevolmente su una cengia della parete.
Giunti a terra sono un sorso di thè caldo ma disgustoso di Piero e, per fortuna, il magnifico cioccolato di Serena a ridonarci un po' di vita.
Il
riposo degli eroi si attua finalmente, non prima di aver peregrinato un po' in bassa Vallée, alla Trattoria Omens, deliziati da una abbondantissima merenda valdostana, annaffiata di birra e speciali digestivi locali.