Un respiro, tiro un respiro profondo, una sorsata d'aria, chiudo gli occhi, e vedo, vivo quelle gole scavate dall'acqua salata del mediterraneo. Profondi solchi segnati nel mio cuore. Vedo quelle rocce che cambiano colore con le luci del giorno, grigie, ocra, gialle, e tutti quei buchi che tanto ci fanno vibrare. Rivedo anche quei volti, amici veri e preziosi, compagnie nuove, allievi, amici istruttori, altri meno amici. In questi tre giorni previsti da qualche tempo, volevamo trarne il meglio, e ci siamo riusciti. Abbiamo arrampicato in svariati settori, tornando un po' sù di livello per chi prima è calato (Il francese di turno, e il nostro Pierin...).
Prima sul Bric Scimarco, vicino ai
Tre Frati, in una giornata un po' grigia, ma comunque bella e piena di
scherzi, di tiri anche
difficili per qualcuno, e di osservazione accurata delle
abitudini sessuali degli scarabei finalesi....
Poi sabato, abbiamo ritrovato
'la Cesira' appeso sotto uno strapiombo, che stava tallonando tutto il suo possibile per somigliare ad un pipistrello. Quel settore di Rian Cornei ci ha procurato grandi soddisfazioni, e siamo riusciti ad accumulare un discreto numero di tiri.
La sera, ci aspettava un altro tipo di performance, con la cena di fine corso. In effetti, anche lì abbiamo alzato il 'grado' ed il gomito, e dopo una notte intera di digestione, abbiamo ripreso la strada di Rian Cornei, per andare stavolta nel
settore Guru, che per buona parte della giornata è rimasto tranquillo. Al Guru abbiamo svolto l'
attività didattica con l'allieva affidataci, e tra una spiegazione e l'altra, finito di stancare le povere braccia e mani tanto provate da quei giorni di scalata. A me è toccato poi tornare in Francia, felice di quei giorni, degli amici cari, Marcello u' piritumane, Piero u' zoppo, Cesare tallona-accoppia-lancia, e Serena, la dolce Serena che non ha fatto altro che lamentarsi tutto il giorno della bruttezza del posto, degli arrampicatori che venivano giù dalle pareti (poco divertente) e del freddo polare.
Lascio qui qualche parola buttata con un ordine strano, che vuole solo esprimere un ringraziamento dal cuore a tutti e tutto.
Quale gioia profonda puo' nascere dal nulla?
Quale cuore potrebbe non sentire con forza
La perfezione d'amore e tutta la potenza
Che ci avvolgono come in una culla?
Persi in una giungla che respira il mare
Abbiamo camminato su sentieri divini
Sulle orme segrete di Frati di calcare
Piegati in ginocchia per attimi eterni,
Riconoscenze dolci per la possente mano
Che li poso' per sempre in un posto di pace.
Le nostre dita fragili hanno toccato rocce
Ricche di ogni vita, e fonti di quel cibo
Che veramente cerca l'anima che ha fame
Di una vita piena. E ci siamo alzati
Sulle scogliere grigie, sulle taglienti lame
Che il vento scolpisce dei suoi rudi fiati.
Abbiamo riso tanto dei nostri corpi buffi
Che troppo cercano di stare sulla terra
E sempre verso l'alto provato nuovi tuffi
In un cielo profondo, nell'amicizia vera.