Piacevole salita, non difficile tranne una breve sezione del quarto tiro, in un ambiente alpino dominato dalle imponenti
vette del Vallone d'Arnas.
Il luogo è solitario e scarsamente frequentato, tant'è che l'avvicinamento è ben lungi da essere 'assai evidente e rettilineo' come recita la guida di Marco Blatto...
Anche se non vi sono particolari difficoltà da superare e il dislivello è contenuto, i 40' minuti di accesso richiedono attenzione per non smarrire l'esigua traccia o gli ometti (non sempre evidenti). A facilitare il compito c'è il fatto che la
parete è visibile praticamente sin dall'inizio del percorso ed anche il traliccio dell'alta tensione ed una cascata forniscono una direttrice inconfondibile per raggiungere la Losa d'Alais.
I gradi dichiarati sulla guida ci sono parsi corretti:
L1, 5b, su bella roccia lavorata
L2, 5c, su roccia un poco sporco (mai da infastidire davvero la scalata)
L3, 5c/6a, con un passo un po' più difficile
L4, 6a, che presenta una breve sezione delicata su piccole tacche per mani e piedi
L5, 5b
L6, 5c, occhio agli spit che si 'mimetizzano' con la roccia.
Tiri assai lunghi, vicino ai 50 metri, con spittatura distanziata ma sostanzialmente sicura.
Magnifico è il colpo d'occhio sulla
quinta di roccia che si apre allo sguardo quando ci si porta sui prati sommitali sorretti dalla Losa d'Alais. Le
pareti della Punta Corna dominano
prati fioriti sospesi sul vuoto...