Solo qualche ora prima nessuno di noi avrebbe scommesso un centesimo sulla possibilità di scalare in questa giornata preannunciata di maltempo ovunque. Ed infatti partiamo attrezzati di costume da bagno, asciagamani, ciabatte mare con meta le Terme... ovviamente nell'equipaggiamento non manca una corda, rinvii e tutto il necessario per l'improbabile (ma agognatissima) scalata.
Siamo quasi all'imbocco della Vallèe, in quell'ansa della Dora che si fa strada tra gli scudi di rocce montonate dal ghiacciaio Balteo: uno sprazzo di sereno accende in noi la speranza di scalare. Si innesca allora il meccanismo della ricerca spasmodica di un luogo adatto a fare "due tiri di corda", tra una goccia e l'altra. Perché non mettere il naso in un nuovo sito di arrampicata aperto (ed in continua crescita) dalle parti di Montestrutto?
La proposta è accolta all'unanimità e con le scarne informazioni in nostro possesso ci mettiamo alla ricerca (facile) delle pareti situate sotto l'occhio vigile del castello di Montestrutto.
Si presenta a noi un
bucolico paesaggio agreste (prati ed in lontananza i "topion" dei vigneti) con sullo sfondo le caratteristiche calotte rocciose dell'eporediese.
Il tempo intanto è dalla nostra parte ed ogni tanto ci concederà qualche raggio di sole, asciugando le ultime residue placche bagnate.
Ne uscirà una placida giornata di arrampicata, cominciando sui
facili settori di sinistra, dove peraltro non mancano alcuni tiri di difficoltà maggiore e via via spostandoci sulla destra verso il gioiello della falesia, il cosiddetto
Cervino, un bel monolite piramidale alto una decina di metri e più.
Insomma da una giornata di ripiego ne è uscita una "sortita scaloira" di puro divertimento in un luogo molto bello che promette nel futuro di crescere con una cospicua offerta di tiri per tutti i gusti.