Un giorno ovattato ci ha accolti nella valle dell'Orco. Lontano dalle immagini spaventose che le montagne incutevano ai loro timorosi abitanti, ci sentiamo sempre accolti in quei luoghi, e sicuramente privilegiati... L'orco non ci ha mangiati, mi avrete capito...
La mascotte della Gerva, il mitico Giampiero, affiancato dalla sua capretta spiatoia personale ci ha preparato una giornata 'surprise', proponendoci la salita di una candela forse vergine. Verficate la sua situazione e le sue condizioni dal varco aperto nella galleria che attraversa i massicci di granito di
Balma Fiorant, torniamo giù, e lasciamo la macchina nella frazione situata poco sotto l'ingresso della galleria.
Inizia allora un'avvicinamento fra i più divertenti e faticosi che abbia vissuto, non per lunghezza, ma per lo spessore della neve. Oltre a quello,
guadare l'Orco con quelle condizioni non è stato proprio banale... In effetti, camminare con più di mezzo metro di neve in piano, non pone grossi problemi... Ma farlo in salita i mezzo ai massi, è come camminare alla cieca, finendo ogni tanto in qualche
bucone...
Dopo più di due ore a tracciare, chi con le ciaspole, e chi senza (il francese di turno... vittima dei sarcasmi razzisti dei suoi compagni del giorno), siamo arrivati alla base della
cascata. Al
primo tiro, non difficile tecnicamente, essendo coperto di neve, abbiamo fatto uso dell'impresa di pulizie del bestione di turno, che è uscito dopo aver accuratamente eliminato ogni traccia di croste infide... Allora, per fare le cose alla meglio, Marcello ha
attrezzato un'ottima sosta, ben protetta, alla base di quel
dito vendicatore che è quella colonna di un'ordine non proprio dorico, ma sicuramente più estetica di quelle del Pantheon di Parigi... Ed è proprio in quel momento che abbiamo tirato fuori l'asso dalla manica, l'arma letale...
Giampi...
Piccolo e concentrato, più del caffè italiano, ha fatto vedere come diavolo si scala sul verticale, e noi, da secondi, abbiamo preso la ghisata del secolo per uscire da quella candela di cera azzurra...
Con le ultime luci, siamo tornati giù, guadando con le frontali in testa (tranne Marcello che giustamente rifiuta di appesantirsi inutilmente), siamo poi tornati alla macchina stanchi e divertiti, fradici e soddisfatti, discutendo sul nome ovviamente scherzoso che potevamo dare a quella candelina... E poi abbiamo scelto 'Orco dito', per non bestemmiare, ma comunque far sapere che quella candela non scherza!!