Una stradina dissestata e la tentazione di tornare indietro per non scassare l'auto, poi una vocina dal di dentro che induce a perseverare...
Un rapace plana a pochi centrimetri sopra il tetto dell'automobile: un tuffo al cuore, è un attimo ma l'immagine è di quelle che restano indelebili nella mente.
E finalmente inizia il cammino, il dolce peregrinare, come ramingo, in completa solitudine, dove gli spazi fisici e sonori si dilatano all'infinito. La colonna sonora della salita è il silenzio, nella natura immota d'inizio primavera. Nulla disturba la
quiete profonda che pervade questi luoghi lontani dalla città, solo una eco lontana di campane rompe il silenzio.
Intanto questa montagna rara snocciola i suoi bellissimi alpeggi, molti dei quali ancora utilizzati dai malgari nella bella stagione:
alpe Deserto,
alpe del Conte, alpe Nuvient.
Ed è quindi la volta dei
panorami grandiosi: dopo una curva dello stradello, si disvela uno scenario di incomparabile magnificenza, con
le Uje di Lanzo slanciate a fendere il cielo.
Infine la meta ultima della salita, la Testa Paian, poco più di un dosso d'erba e ciottoli, che offre però un balcone privilegiato sull'alta val di Ala e oltre ancora verso le vette del
Granparadiso...
Anche la discesa riserva un inaspettato incontro: un
capriolo ignaro della presenza di un visitatore solitario che si lascia sorprendere a pascolare nell'amena Alpe Deserto.