La
Valsesia ha il pregio di offrire all'amante della montagna sia un volto austero e superbo, quello delle
alte vette dall'aspetto quasi himalayano, sia un
volto dolce e umano, quello dei gioielli walser e dei
boschi che ammantano le sue valli.
La salita in Alta Valle passa per l'
Alpe Pile ed il suo
rifugio Pastore (nostro posto tappa della due giorni) e permette di gustarne la ricchezza d'acqua: dalla
cascata dell'Acqua Bianca alle
caldaie del Sesia, spettacolari gole scavate nella roccia. L'impronta dell'immane ghiacciaio che colmava la valle nell'ultima glaciazione è ovunque: rocce montonate, marmitte dei giganti, morene, massi erratici, ...
Purtroppo l'attuale ritiro delle masse glaciali è visibilissimo: nonostante le recenti nevicate si percepisce laddove i fronti dei ghiacciai delle Piode e del Sesia sono arretrati lasciando scoperte rocce e detriti.
Camminate nell'area del Parco Alta Valsesia sono alla portata di ogni gamba e allora ne approfittiamo per condurre i nostri passi il più innanzi possibile, fino a scorgere bene le imponenti bastionate di roccia e ghiaccio che sorreggono il tetto del Rosa valsesiano: la
Punta Gnifetti coi suoi 4559 metri. Il cammino è allietato dalla presenza di branchi di
stambecchi per nulla intimoriti dal nostro passaggio, peraltro il più discreto possibile.
Diversamente, alcuni '
reperti' trovati lungo il sentiero ci testimoniano che altre sottospecie umanoidi, non del tutto scomparse coi dinosauri, continuano a seminare i loro rifiuti in mezzo alla natura...
Dopo aver toccato la quota più elevata del nostro minitrekking di due giorni (
Alpe Kegnom. 2057), dove ancora l'inverno serra in una morsa di gelo le praterie, ci rimettiamo sulla via di ritorno.
Immancabile la tappa alle borgate Walser (tra cui
Pedemonte, la più conosciuta) per rammentare l'origine germanica delle popolazioni insediatesi su questi monti a partire dal XIII secolo.