Dopo una notte di pioggia battente (tant'è che passiamo dall'iniziale idea di un pernottamento in tenda al più amichevole rifugio Agnel) ci incamminiamo dal
laghetto d'Asti su per il vallone del
Giarus. Con tempo favorevole la meta designata è il Pic d'Asti, in caso di tempo incerto ci limiteremo alla parte escursionistica della salita.
Salita del vallone prima su belle praterie in fiore, poi per pietraia relativamente comoda (è possibile tuttavia evitare la
pietraia seguendo attentamente gli ometti che portano ad aggirarla sulla destra con un ampio giro). Verso quota 3000 gli ometti vengono affiancati da bolli di vernice verde assai sbiaditi che segnalano anche tutta la via normale.
Dal
colle d'Asti vista spettacolare sulla parete Ovest del Monviso e sui suoi satelliti.
Il meteo non desta apprensioni e dunque ci prepariamo per la parte alpinistica della salita: dapprima un
canalino di detriti, quindi un tratto di
crestina, poi un facile traverso a sinistra, quindi la
sezione più verticale della salita (
III+) che conduce alla facile
cresta finale (rocce rotte).
La via normale può considerarsi a tutti gli effetti attrezzata: numerosi chiodi con cavo e anello sono presenti in parete, mentre nella sezione più difficile almeno tre chiodi di progressione sono sufficienti a proteggere la salita.
Per la discesa è possibile fruire di numerose opportunità di
calata: occhio solo a scegliere quelle più logiche per evitare di tirarsi pietre sulla zucca o incagliare le corde.