Soma pròpi gavasse la Na(s)ta, sta vòta...neh
...come direbbe il nostro Gianni.
Ebbene sì, un manipolo dell'allegra combriccola che ha rumorosamente ed allegramente (ma si spera senza arrecare disturbo ad altri) 'abitato' per un weekend il rifugio Remondino si è cimentato con la salita del classicissimo
Spigolo di Jean Vernet alla Nasta.
Una salita non difficile e pur tuttavia in ambiente severo: in parete Ovest il sole, se si parte presto, non lo si vede quasi mai..., e poi il paesaggio di roccia domina lo scenario.
Una
serata passata a raccogliere tutte le informazione che la simpatica gerente del rifugio ci elargisce con dovizia, quindi una sveglia nel cuore della notte ed una partenza al lume delle frontali per scongiurare il pericolo dei temporali pomeridiani.
Non abbiamo grosse difficoltà a reperire l'
attacco situato a destra di una sosta spittata con cordino, in un diedro canale abbattuto. Nelle prime due lunghezze la roccia è un po' delicata, ma le difficoltà modeste ne fanno un ricettacolo delle pietre cadute dall'alto. Dal terzo tiro la via si fa più interessante (
L3, traverso a sx e diedrino), con roccia a volte lichenata (come in
L4, muretto) ma assai gradevole.
L5 presenta già una difficoltà interessante, vicina al V grado in alcuni passi su muretto verticale. Seguono due lunghezze in placca, la prima
facile e divertente (L6), la seconda in
traverso a destra, delicato ma chiodato (L7, passo di V).
Seguiamo quindi istintivamente il bel
diedro verticale che ci troviamo in fronte (L8, IV passo di V) per poi virare lievemente a sx e continuare su muri più abbattuti.
Una lunghezza per muretti a destra conduce sul
filo dello spigolo dx (
L9, IV, alcuni chiodi) ed al cospetto della cresta orizzontale caratterizzata da un paio di
torrioncini. Dietro si profila già l'ultimo risalto con la cosiddetta
fessura a Z.
Giungiamo alla base del fessurone zigzagando tra torrioni e roccioni affilati (L10, IV) e poi ci portiamo sulla cresta sommitale con un
magnifico tiro (L11, a sx della fessura a Z) verticale ma ben appigliato.
Da qui qualche delicato
sali-scendi e poi in traverso per
tratti esposti fino alla croce della vetta.
Graziati dal tempo clemente, firmiamo il
libro di vetta e salutiamo il resto della combriccola comodamente adagiati sulle sponde del
Lago di Nasta.
Ci attende una discesa lungo la
normale fino al colle della Forchetta, quindi l'infame pietraia che porta al Lago prima ed al rifugio successivamente.
A rinfrancare gli animi c'è la vista dei simpatici e per nulla intimoriti
quadrupedi che frequentano i prati intorno al Remondino. Merenda al rifugio e poi via giù fino al Pian della Casa per il rientro alle nostre case!