Dopo una settimana passata sui Pirenei, agognando il bel tempo che mai si è fatto vedere, sono finalmente approdato nel porto che cosi' tanto amo... Il mio Piemonte, la mia amata Italia, i miei carissimi amici.
Si usa dire che gli amici sono un po' come uno specchio che permette di vedersi più belli di quel che si crede di essere. Forse è vero. Forse proprio perché mi sento qualche valore negli occhi di questi preziosissimi amici, sono sempre cosi' felice di ritrovarli... Ma c'è altro. C'è la montagna, c'è il ghiaccio sopratutto che sempre ha avuto la sana virtu' di farmi sentire vivo malgrado le intime sofferenze vissute negli anni passati.
Il ghiaccio è come uno specchio per il solitario scalatore che lo affronta, ma è anche un'opera d'arte naturale, che è tanto più bella quando la si puo' ammirare con un amico.
Cosi', ho scelto di rifare per la ennesima volta il cascatone di Lillaz con il mio caro Piero.
Vicino al parcheggio, la sacra famiglia vegliava sulle nostre anime peccatrici, e dentro al fiume immobilizzato dal gelo giacevano gli alberi tirati giù dalle valanghe dell'inverno precedente...
Arrivati per primi, abbiamo superato il primo tiro praticamente da soli, prima di giungere sul tiro sotto al ponte, pieno di scalatori di varie provenienze... Li' abbiamo notato che certi francesi hanno una testa proprio dura! Chiaro che non serve mettere il casco a quel punto!
Superato il secondo salto, un sentiero nella neve ci ha portati alla base dell'anfiteatro, e li' abbiamo scoperto la nuova uscita della cascata : una rampa, con le soste sugli alberi nuove di zecca... E un'uscita nel sole, come in una fontana d'oro...