Voglia di viaggiare, di volare con la mente e con il cuore in una terra immaginifica, un luogo 'altro', la Patagonia dei sogni...
E la nostra terra patagonica la troviamo in un angolo delle Valli di Lanzo, fatta di nevi e rocce, di
montagne non altissime eppure ricoperte in toto di zucchero filato.
Spennellate di bianco anche sulle pareti più erte e montagne di neve sui borghi adagiati nei fondivalle, sepolti sotto spesse e morbide coltri nevose.
Con poca fatica, quel tanto che basta a intiepidire le membra gelate, risaliamo la valle verso il
piano della Mussa. Il letargo invernale è interroto solo dalle nostre voci di stupore di fronte alle quantità incredibili di neve.
Spessi strati di neve, come
immensi wafer, ricoprono morbidamente le creazioni dell'uomo e della natura, confondendole in dolci ondulazioni del suolo ghiacciato.
Anche le
colate ghiacciate partecipano di questa fotografia istantanea, immobili spettatrici nell'anfiteatro del piano.
Non possiamo intrattenerci oltre, il sole non giunge a scaldarci con i suoi raggi; scendiamo rapidamente a valle per la merenda e soprattutto per la
bevuta.
Bere per dimenticare (il male di vivere), bere per non dimenticare (gli attimi di paradiso appena vissuti)...
E l'ebrezza dei seguaci di Bacco (autoesclusi gli autisti) produce i suoi frutti, con
dimostrazioni pratiche di '
gadanaggine' autentica.