Salire nella nebbia, in un'atmosfera ovattata e surreale, persi in un candido oblio per poi accedere alle
porte del paradiso.
Faticare in una dimensione fatta di infinite tonalità di bianco e poi ritemprarsi ai caldi raggi di un sole splendente nel blu cobalto del cielo.
Perdersi nei pensieri che sgorgano dal cuore e dalla mente per poi trovare una pace soave di fronte alla quieta eternità delle montagne di roccia e ghiaccio.Quando ci mettiamo in cammino nulla fa presagire al premio della vetta; ci attende una fatica (per noi poco allenati) su per i pendii della Cialma, familiarmente Cia.
Neppure ripagata, pensiamo, da panorami e viste piacevoli: solo nubi e neve, larici spogli e pochi
resti di pietra delle malghe.
Invece nulla di più appagante dell'emergere dalla coltre di nebbia e trovarsi d'un tratto
sopra il tetto delle spesse nubi, ad abbracciare con lo sguardo orizzonti infinitamente lontani. Un cocuzzolo di roccia e terra si tramuta nel balcone del mondo, il nostro paradiso di fronte al
Paradiso delle Graie...
Tutti i sensi stimolano emozioni, regalano una leggerezza che ci fa pensare che forse davvero il paradiso è qualcosa di simile.
Enumerare ad una ad una le
montagne conosciute del Granpa risveglia la memoria di esperienze vissute e alimenta il desiderio di salire, ascendere quei crudi sassi.
Ci tratteniamo a lungo sulla
cima, stregati dal momento incantato che ci è stato donato, desiderosi di prolungare il più possibile questi istanti.
Poi però ineluttabilmente intraprendiamo la
discesa, comunque resa piacevole dalla magnifica, irreale farina di neve.
La voglia di sciare ci pervade e sfruttiamo la piccola stazione sciistica de La Cialma per sfogare i nostri aneliti, e tornare a casa stanchi morti ma con un po' più di felicità nel cuore.