Difficile sintetizzare le sensazioni, le emozioni, gli stimoli ricevuti nel corso di un viaggio così intenso...
Cinque giorni nella Gigantopoli di L.A., due giorni trascorsi a Frisco, poi il focus del viaggio è passato dalla città alla natura, denominatore comune l'immensità.
Tappa obbligata a Yosemite, santuario della scalata mondiale: alla base di El Capitan ho raccolto un campione di quel sacro granito, dal balcone di Glacier Point ho abbracciato tutto lo sconfinato splendore di quelle montagna della Sierra Nevada.
Viaggio nelle aride valli interne della California, scollinamento nelle terre desertiche del Nevada, fuga veloce attraverso la 'città di plastica' (Las Vegas) e sono approdato nella terra dello Utah, magnifici spazi del West americano. Zion Canyon, Bryce Canyon, Red Canyon, solo nomi, ma che a me evocano luoghi di cui non avevo conoscenza alcuna e che si sono rivelati nel loro splendore, magnificamente selvaggio.
Ancora viaggio per strade diritte, nastri d'asfalto che per centinaia di miglia fendono le aride terre dell'East Utah, fino a Moab, tra i Canyonlands e gli Arches. Emozioni uniche ai Canyonlands, affacciandosi dai balconi panoramici di Island in the Sky... la vista spazia davvero all'infinito, non trovando ostacolo nell'aria, tersa, asciutta, cristallina. Qui più che al Grand Canyon ho desiderato di liberarmi della zavorra del tempo, di abbandonare la tabella di marcia e perdermi nei canyons, nelle distese infinite delle Mese, tra pinnacoli di roccia e forme fantastiche che il vento e l'acqua del Colorado hanno scolpito nei secoli...
A tappe forzate sono giunto alfine ai confini meridionali tra Utah e Arizona, attraverso la Monument Valley, che non necessita di commenti: semplicemente unica.
Deserti, distese rocciose tutt'altro che monotone, tutt'altro che prive di vita, affascinanti e mutevoli di continuo, dal piatto Mohave, al montuoso Devil's Canyon, dai Painted Desert alle foreste pietrificate, simulacro di antiche grandiose foreste scomparse...
Cerco di esprimere alcune delle emozioni vissute, viaggiando per quei luoghi, percorrendo centinaia di miglia al giorno e cercando di non perdere neppure un briciolo di quelle esperienze visive, tattitli, sensoriali...
Giusto coronamento di questo pellegrinaggio per i parchi del profondo West è stata la giornata al Grand Canyon. L'immensa 'montagna capovolta' trasmette una sensazione di cosa inafferrabile, irraggiungibile... a portata di mano, di vista, ma talmente enorme da non essere possibile di carpirne l'intimo segreto. Migliaia i metri di dislivello per poter scendere al fondo a toccare le acque del Colorado river, centinaia le miglia per vederne l'intera estensione, ampissimo il varco del canyon tra South e North Rim.
Quasi frustrante la visita al Grand Canyon... sfugge continuamente, impossibile averne una visione d'insieme.
Immensa, grandiosa, rigogliosa di vita questa America che ho toccato con mano: non mi stupisce che qui anche le città dell'Uomo siano grandiose, non mi stupisco che qui sia la capitale del cinema mondiale, non mi pare più casuale che Walt DIsney sia 'nato' in queste terre...
Un'ultima riflessione, sulla gente: ho incontrato persone per lo più piacevoli, simpatiche, affabili, disponibili ad aiutare un turista 'fai da te' linguisticamente non proprio preparato! Dagli autisti dei mezzi di trasporto pubblico ai rangers dei Parchi nazionali, dai camerieri alle persone incontrate per strada ho avuto innumerevoli dimostrazioni di simpatia.
Qualche dato:
2900 miglia percorse in auto
California, Nevada, Utah e Arizona gli stati attraversati