Cinque Terre, Golfo dei Poeti, Porto Venere, Muzzerone: diverse manifestazioni della bellezza...
Tutto si 'incastra' alla perfezione, anche il meteo che alla vigilia pare rappresentare l'incognita maggiore si rivela molto piu' mansueto del previsto.
Una giornata di tempo grigio calma la nostra foga scaloira e ci permette di dedicarci alla visita del borgo di Porto Venere, con i suoi
caruggi, le
casette colorate in perfetto stile ligure, la chiesa romanica di
San Pietro, il castello Doria.
Siamo ospiti del minuscolo rifugio Muzzerone, in realta' un piccolo casolare ligure immerso negli ulivi e con una vista paradisiaca che spazia dalle Apuane, che dominano il golfo spezzino, al borgo di Porto Venere adagiato alle pendici del Muzzerone e fronteggiata dall'Isola Palmaria. Luogo da vacanza relax.
E invece il giorno dopo, con la complicita' di un caldo sole d'Aprile, eccoci appesi alle numerose
corde fisse che conducono ad uno dei settori d'arrampicata: Mandrachia bassa. Non c'e' da stupirsi se la roccia qui e' fantastica, ruvidissima: l'accesso selettivo e lo spazio davvero esiguo a 'base' parete (un'esile cengia) tiene alla larga molti scalatori amanti della comodita'.
Il posto e' pero' incantevole: pareti a picco sul mare, mare dal colore verde smeraldo. Ce n'e' per tutti: dallo
spigolino aereo di V grado, alla
placca tecnica di 6a, in modo che tutti (o quasi) possano provare il gusto della scalata in questo ambiente bellissimo.
Pausa serale per accompagnare a La Spezia un paio di noi che (sigh) rientrano a casa per lavoro, quindi breve digressione nell'entroterra spezzino per assaggiare
testaroli e
panigacci, tipici della Lunigiana.
Un'altra giornata di sole ci attende alle pareti del Muzzerone... Decidiamo di esplorare una falesia il cui nome evoca fantasie di luoghi inaccessibili, la Cajenna. Infatti l'accesso e' ancor piu' accidentato di quello del giorno prima: una discesa su corda fissa, su diedro-canale assai verticale. Luogo appartato, dominato da una
placca a gocce che stimola l'acquolina in bocca a noi scalatori.
Senza troppa foga ci cimentiamo con alcuni tiri di soddisfazione nell'ordine del V grado e poi, invogliati dalla roccia ottima, eccoci a tentare l'assalto di un tirello niente male...
Assuefazione, 6a+. Una sezione tecnica lascia il posto alla sorpresa finale: dopo lo strapiombo il nulla (o quasi)...
Decisi ad esplorare queste pareti da urlo, continuiamo il nostro peregrinare tra le rocce, scendendo per corde fisse e disarrampicate piu' o meno agevoli, fino a toccare le pareti della
Polveriera (guardare ma non toccare...), Poveriera ed infine delle
Meraviglie, dove gustiamo ancora qualche tiro di V/V+ su roccia perfetta.
Il rientro all'auto lo facciamo dall'itinerario 'normale' toccando ancora la
Parete Centrale, giusto per restare col desiderio di tornare a questi luoghi e calcare nuovamente questo bel calcare ligure.