D, V+ ( V+ obbl. ), sviluppo 500 m.
Poche volte in vita mia mi sono sentito cosi' tanto pellegrino. Sempre via, sempre in viaggio, sempre per strada.
Proprio per questo mi viene cosi' spontaneo partire per rilassarmi, andare a cercare i posti nei quali possa veramente riprendere contatto con la vita, e con me stesso.
Niente di meglio che l'amicizia e una bella giornata in montagna, un altro ennesimo pellegrinaggio verso l'alto, nell'aria pura dei massicci alpini.
Questa volta, per rimetterci in forma, abbiamo scelto una via lunga ma non difficile, tanto per rifare un po' di pellaccia sui piedi, e concatenare qualche tiro...
Per la quarta volta torno sulla pointe de la Sagnette, un umile belvedere, comunque alto più di 500m, di gneiss rossastro, perso nella folla di guglie dei contrafforti di Serre-Soubeyran. Da li', salendo, si puo' assaporare in modo intimo ma non troppo, l'atmosfera cosi' particolare del massiccio del Pelvoux, e vedere in lontananza il Pilier sud des Ecrins... Lontano progetto...
Un bivacco sul parcheggio del prato di Madame Carle, per regolare un po' la nostra temperatura interna, troppo alta in questi primi caldi estivi, e al mattino pronti, via lungo la morena del glacier noir, e quindi il canale d'attacco.
I primi tiri sono una scoperta entusiasmante per il Marci, che sorvola il quinto grado verticalissimo con una maestria degna di... di lui! Arriviamo poi alla cengia, e riprendiamo l'arrampicata con un diedro geometrico di lusso.
E poi si seguono i tiri sullo sperone rossastro, a volte aerei, a volte atletici, sempre belli. Un'intuizione notevole per una via assai continua, mai estrema, e sempre estetica. Di fianco a noi salgono due ragazze, sulla via di destra che conosco bene per averla salita due volte. Questa guglia propone una scalata stupenda, veramente!
I piedi iniziano a fare un po' male, arriviamo sull'ultimo traverso che permette di ritornare in parete, e si riparte per tre tiri di grande bellezza che ci lasciano in cresta. Come naufragati dopo la tempesta su un'isola deserta, siamo persi in mezzo ad un'oceano di roccia e ghiacciai. Arrivati in cima, Marcello dimostra le sue grandi capacità linguistiche con un 'BonjouR' degno di Lino Banfi indirizzato alle due francesine, e ci fermiamo un attimo, per vivere a fondo questa cima, questo clima, questo sole...
Poi viene l'ora di scendere, e iniziamo le doppie dietro alle fanciulle, incrociando due cretini d'oltralpe che ricevono due bei cazziatoni dagli istruttori gerva che non tollerano errori in grado di mettere in pericolo gli altri...
Sti franseis d'le bale!!!
Arrivati giù, una birichina pioggerellina ci rinfresca, prima di cambiarci e filare dritto ad Ailefroide a ristorarci con una bella insalatona.
Ecco, il week end perfetto, con un amico fraterno, in una montagna festiva... Ci voleva questo per rifocillarmi!