L'appetito vien mangiando, si sa.
La voglia di salire vien salendo, potrebbe essere un'estensione in salsa alpinistica.
Cammina e cammina e ti ritrovi ad un tiro di schioppo dall'attacco della via normale alla Punta Gastaldi...
Ma andiamo per ordine. L'esordio e' una tranquilla passeggiata, chiacchierando amabilmente con Vale e Chris, loro diretti al rifugio Sella per la prima tappa del Tour del Viso, io non so bene dove...
Ma tant'e' che la piacevole compagnia mi induce a ritardare il piu' possibile il momento in cui ci lasceremo per mete diverse. Alfine, all'ultimo bivio per il rifugio Giacoletti ci salutiamo e proseguo piu' spedito diretto a Punta Roma ovvero al Passo Giacoletti. Passo dopo passo eccomi sul crinale ad ammirare il paesaggio piu' dolce e solare del Queyras. Dal passo Giacoletti (m. 2990) un breve traverso parzialmente attrezzato conduce al cospetto del versante ovest di Punta Gastaldi. Risalita dapprima una punta innominata (tracce) poco piu' bassa della Gastaldi, ridiscendo per riprendere la traccia che porta, perdendo preziosi metri di quota (sigh!), all'attacco della paretina iniziale della normale.
Un breve sondaggio delle difficolta' (e delle possibilita' di ritirata) infonde il necessario coraggio, indispensabile ad affrontare con discreto margine di sicurezza un salita alpinistica in solitaria. Le difficolta' sono modeste (II/III grado) e vi sono anche alcuni spit attrezzati per la calata.
Vi sono le condizioni per procedere.
Un passo di III, una placca un po' liscia, in uscita dal muretto iniziale, richiede qualche cautela, ma un paio di chiodi con anello permettono di proteggersi adeguatamente.
Si prosegue con svariati passaggi sul II grado fino in cima. Scalare su queste rocce in totale solitudine suscita emozioni uniche. La vetta e' un balcone privilegiato sulla parete nord del Viso, ma la vista abbraccia un estesissimo panorama dell'arco alpino, dal lontano Massiccio del Rosa al piu' vicino Ecrins, alle riconoscibili vette delle Marittime.
Ma anche le dolci vallate di Vallanta e del Queyras sono pane per gli occhi.
E' tempo di rientrare: con tutti i sensi in allerta, come i nostri progenitori di fronte ai pericoli della Natura, disarrampico fino alla base della parete, per poi affrontare ancora i numerosi passaggi in cui occore prestare attenzione.
L'ultima parte del sentiero di discesa, costellato da numerosi laghi, e' un lento ritorno alla pianura e alla sua dimensione orizzontale.