Altro che montagna, ma quali alte vette?
Ormai e' un ricordo del passato quando nel mese di giugno, nel pieno della bella stagione, si anelava alle salite in quota. Rieccoci alle domestiche Placche di Oriana, come nei
mesi dell'inverno...
La scelta cade sulla via Pioggia di Lacrime, con la speranza di concatenare qualche altro itinerario vista la brevita'.
Brutta sorpresa all'attacco: bagnatissimi i primi metri, con conseguente difficoltà a prender confidenza con questo stile da placchista 'estremo'. Risolto l'impasse iniziale proseguiamo sulle belle ed assolate placche, povere di appigli ma ricche di conchette su cui, con fiducia, si procede passo dopo passo. Un po' psicologica la chiodatura, specie sui tiri 3 (6a) e 4 (5c), dove forse qualche spit in più potrebbe rendere maggiormente sicura la progressione.
Tutto sommato le protezioni sono sufficienti e rendono la salita un po' più impegnativa di quanto la nomea del luogo non voglia...
Durante la salita siamo allietati dal simpatico 'dialogo' di una coppia genovese ingaggiata sul vicino Spigolo Hindukush, occasione per rispolverare il repertorio della comunicazione uomo-donna in parete... 'Come devo dirtelo che non voglio fare vie lunghe???', 'Ma dai, siamo solo al primo tiro... praticamente come essere in falesia!'... e così via.
La nebbia sale, mentre affrontiamo l'ultima difficoltà (L4, 5c, impegnativo) con annesso volo del nostro Svezio (n.d.r. dopo una capatina in quelle fortunate lande nel lontano 2000 e rotti i suoi compagni di merende han preso a chiamarlo così). Gli amici genovesi sono invece costretti a ripiegare a causa della roccia grondante acqua nel diedro del terzo tiro.
Ci ritroveremo poco più tardi di fronte ad una fresca birra al consueto ritrovo di Montestrutto: arrivederci amici di Genova!