max 6a, 5L, 140 m. sviluppo
Ormai archiviato il gelo siberiano, con un salto di ben 30 gradi, eccoci catapultati in un clima pienamente primaverile. Le montagne di neve caduta di recente dove sono finite? Dissolte nel nulla. Qualche chiazza qua e la' a ricordarci che ancora non e' finito l'inverno, anche se non e' facile crederlo... In questa calda atmosfera si riprende la scalata su roccia dopo una breve pausa invernale. Le lisce placche di Oriana non ci appaiono cosi' innocue come spesso si dice... anzi occorre un po' di tempo per riprendere l'abitudine all'aderenza e superare l'impasse iniziale. La via, nuovissima di pacca (o di placca :-), e' una felice intuizione al margine della parete gia' assai affollata di itinerari. Tiri in crescendo di difficolta', prima in placca (L1, L2, 5b), poi in leggero spigolo (L3, 5c) con un passo sbilanciante, quindi un diedro che pero' a causa della chiodatura e della roccia sporca sul passo chiave :( non risulta di facile impostazione (L4, 6a), per concludere con un tiro finale ancora in placca. Peccato per il tiro chiave, dove forse una chiodatura piu' nel diedro (a sx), opportunamente ripulito, avrebbe reso piu' facile la scalata ma anche piu' gradevole. Una nota tecnica: la sosta del quarto tiro si trova a destra, all'inizio di un grande diedro, sulla faccia nascosta. Non lasciarsi dunque tentare dagli spit della via a sx (Pioggia di Lacrime), ma seguire a dx con passi in traverso, forse un po' forzati, ma che permettono di rendere la via totalmente autonoma dalle vicine. Il giudizio complessivo e' di una scalata piacevole nello stile tipico di Oriana, dove occorre sempre una certa fiducia nella tenuta dei piedi in aderenza sulla bianca roccia granitica.