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Queyras ovvero vallate aperte e solari, verdi praterie e luminosi boschi di larice, piccoli e ameni borghi: in una parola paesaggio.
Si', il paesaggio integro, mantenuto nel corso dei secoli e pervenuto a noi in questa forma armonica e gradevole ai sensi che e' il Queyras odierno. Non e' natura incontaminata, bensi' il portato di mille e piu' anni di storia dell'uomo e di relazione con la natura.
Varcato il colle dell'Agnello si ha immediata la sensazione di aver passato un confine. Non un confine politico (queste terre anzi hanno fatto parte degli Escartons insieme alle alte valli Occitane piemontesi), bensi' uno spartiacque tra due mondi paesaggistico-naturali. Di qui le vallate piemontesi con le loro rupi di roccia, pareti piu' ripide, di la' vallate piu' aperte e verdeggianti. Di qui le nebbie pomeridiane, di la' il sole 300 giorni all'anno. Di qui un paesaggio talvolta vituperato, maltrattato dall'edilizia dissennata, di la' paesini raccolti, ben conservati, dove pure le nuove costruzioni hanno rispettato in genere le dimensioni e gli stili tradizionali.
Grazie Queyras per essere testimone, vicino al nostro mondo, di un modo diverso di vivere lo sviluppo della montagna!