TD, max VI, 9L, 250 m. sviluppo, quota m. 2691
Ancora aria cristallina, ancora voglia di roccia (perche' forse si raggiunge la sazieta'? ;-).
Le condizioni sono propizie per mettere piede in un angolo di alpi biellesi troppo spesso dimenticate, troppo spesso avvolte in una spessa coltre di nebbia. Oggi certamente no.
Partiamo dal paesino di Niel (Val di Gressoney), una manciata di casolari perfettamente ristrutturati. L'animo teutonico e' nell'aria: perfezione e cura di ogni particolare tradiscono le origini walser degli abitanti di questi luoghi.
La mulattiera che calpestiamo e' un capolavoro della fatica umana, insieme alle bellissime baite in pietra dalle linee precise e regolari. Profumi di nigritelle e di altre essenze fiorite alleviano la nostra fatica lungo i quasi mille metri di dislivello che ci separano dalla nostra parete.
Il colle Lazoney (m. 2.399) ci accoglie con uno stuolo di preghiere al vento e con la vista della Punta Gnifetti che occhieggia candidamente al di la' delle vette biellesi.
Poi finalmente si attacca in verticale sulla classica del forte alpinista Nito Staich. Gia' il secondo tiro offre spunti di riflessione sulle abilita' del nostro che in un lontano 1949 affrontava difficolta' dell'ordine del VI grado in scarponi...
E' la volta del grande diedro della quarta lunghezza: un diedro classico oltremodo estetico e altrettanto atletico!
Seguono tiri sul V grado, mai banali, sempre belli, purtroppo un po' infastiditi dalla teppe erbose, come ad esempio la bellissima fessura di L6 che dalla seconda meta' e' letteralmente invasa da un giardino erboso in verticale che costringe ad acrobazie per cercare la roccia nascosta...
Giunti sulla sommita' volgiamo lo sguardo al di sotto di noi a contemplare ancora una volta l'immenso diedro del Cossarello, parzialmente percorso dalla nostra via.
Poi la discesa, faticosa, dolorosa (per i piedi), eterna.