Ecco un'occasione per esplorare un angolo poco conosciuto delle nostre montagne. Il vallone degli Invincibili (di Subiasco) deve il suo nome al manipolo di Valdesi che nel '600 resistettero alle persecuzioni condotte dai duchi di Savoia. Luogo selvaggio, di aspre montagne dai fianchi scoscesi, quand'anche ricoperti di fitti boschi di faggio, spesso mette a nudo la sua cruda natura rocciosa. E cosi' che Lou Poli si offre alle nostre avide mani di rocciatori con la sua scorza di bella pietra rugosa...
Quasi un'ora e mezza di avvicinamento, piacevolissimo, tra boschi di castagno prima e di faggio poi, intervallati da terrazzamenti erbosi, frutto del sapiente lavoro degli alpigiani. Radure spesso sospese nel vuoto, dove sorgono casolari diruti, memoria dei secoli di instancabile lavoro delle genti di queste valli.
Non mancano pero' i segni di un ritorno dell'uomo, come nel bellissimo
rifugio degli Invincibili, stupendo 'fourest' del 1866, sapientemente restaurato dalla guida alpina Sandro Paschetto.
A venti minuti dal rifugio, abbarbicata tra i combali che scendono dai ripidi fianchi della montagna, una curiosa struttura di roccia appare tra le fronde dei faggi: e' Lou Poli.
Attraversiamo due ruscelli impetuosi e, passati in rassegna i numerosi monotiri alla base, giungiamo all'attacco della nostra via.
I due tiri iniziali, sul 'dito', sono assai belli, specialmente il secondo, su roccia molto bella.
Seguono altre due sezioni intervallate da due brevi trasferimenti (indicati come tiri di II grado), anch'esse con alcune lunghezze piacevoli, sempre nell'ordine del V/V+.
Attrezzatura ottima e ravvicinata, eventualmente utile un paio di friend medio-piccoli per attrezzare una sosta alla base di L7.
Peccato per l'ultimo tiro, la cui sezione iniziale di 5c presenta roccia piuttosto lichenata. La chiodatura e' pero' molto ravvicinata.
Un sincero grazie all'apritore della via!