Un avvicinamento da scoraggiare anche i piu' incalliti scalatori, piu' che altro per gli interminabili scalini spaccagambe, non annulla fortunatamente la bellezza di alcuni tratti della via.
Primo tiro impegnativo per l'umidore ed il muschio, ma talmente ben chiodato da apparire meno duro del 6a indicato dagli apritori. Poi un trasferimento di III, un tiro di V, con un passo in uscita alla sosta davvero atletico.
L4 e' il tiro chiave (6a+) della via (se si evita il tiro di 6b+ di L7, come noi abbiamo fatto): un muro verticale di continuita' con un tratto finale umido, muschioso e... maleodorante! Puah! Tanfo di aringhe andate a male... che siano i salmoni periti lungo la risalita della parete?
Segue un muro verticale di L5 piuttosto impegnativo, dove si concentrano (doppio concentrato potremmo dire...) le difficolta' di 6a.
Altra lunghezza di 6a con umido e muschi, indi i pezzi clou della via (a nostro modesto parere): L7 (variante dx), un tiro in continuo crescendo di bellezza, dove i passi di V/V+ regalano divertimento allo stato puro, tra muretti, fessure e traversi delicati; L8, muro verticale su magnifici buconi, con ingaggio indotto da una chiodatura essenziale (unico tiro con chiodatura cosi' parsimoniosa).
Discesa in doppia dalla via, poi eterno rientro dapprima sulla cengia dei camosci verso le Placche di Plan, poi al piccolo borgo di Plan e infinita scalinata in discesa verso Outrefer.