Scalare al Tour Termier e' sempre fonte di soddisfazione e la via in questione non fa eccezione. Inoltre il piacere per noi e' doppio in quanto completiamo la via
interrotta l'anno scorso per nostro errore di valutazione prima e a causa delle minacce temporalesche poi.
Le prime due lunghezze danno subito un assaggio delle potenzialita' della via: passi atletici iniziali su L1 (6a), seguiti da un tratto piuttosto tecnico, passaggi tecnici su buona roccia L2 (5c). Il traverso, nettamente a sinistra quasi in discesa, porta con un solo passo di IV+ alla sosta da cui la via proseguira' nettamente spostata rispetto alle vie piu' conosciute della parete.
L4 mantiene le promesse delle prime lunghezze, dopo un traverso ancora a sx, con una scalata tecnica (5c) su bella roccia grigia. Ma la vera perla e' il tiro seguente: quasi 50 metri di roccia perfetta, rugosa al limite del tagliente, con passi inizialmente un po' atletici, poi molto tecnici (6a), fino alla successiva sosta sotto gli strapiombi. Segue ancora un bellissimo tiro con spostamento in diagonale sotto il tetto e poi in uscita alla sosta su diedro-fessura atletico (6a).
Qui, secondo il nostro modesto parere, termina la parte qualificante e plaisir della via.
Il tiro seguente vede una roccia un po' rotta, in alcuni punti richiedente notevole attenzione specie nel diedro intermedio, dove, molto stranamente, si allungano assai le protezioni. L'uscita verso la placca finale e le belle cannelure poi e' protetta in modo poco visibile (come anche segnalato da alcuni commenti su Gulliver) e peraltro poco protetta rispetto al grado del passo (6a).
Ma il vero 'clou' (o croux, e comunque in senso non proprio positivo) resta l'ottavo e ultimo tiro. Dapprima si scala in verticale su roccia buona, con la promessa di un'uscita verso sinistra dichiarata sul 5c, ma di cui non vi e' traccia ne' di passaggio ne' di protezioni ma che soprattutto lascia presagire roccia piuttosto mediocre... Esplorata e abbandonata questa possibilita' non resta che uscire sulla cosiddetta variante di 6b: un muro verticalissimo quasi privo di appigli utili e non sfuggenti dove l'azzeramento si ottiene a costo di faticosissime acrobazie... A meno che non si tenti una sorta di aggiramento a dx, pericoloso e non protetto. Passato in qualche modo il croux seguono metri scarsamente protetti e su roccia non sempre sicura (a noi sono venute via un paio di lose...).
La domanda e': erano finiti gli spit in dotazione all'apritore? Infatti nulla da eccepire sulla chiodatura dei precedenti 6 tiri, mentre ancora una volta come su
Vaille que vaille le protezioni delle lunghezze finali perdono un po' di logicita' mentre le difficolta' sono ben lungi dall'essere terminate!
In ogni caso un bilancio piu' che positivo e con soddisfazione torniamo sui nostri passi mentre lo sguardo non smette di correre a quella magnifica ed imponente parete sempre capace di regalare emozioni a noi scalatori della domenica.