Non c'e' due senza tre.
Ancora una volta mi ritrovo solingo a calcare quelle sterminate terre dell'ovest americano. Che brividi di emozione (non fosse per le temperature!) viaggiare per le strade dell'Arizona, da Phoenix attraverso le terre degli Apache, tra aridi canyon popolati dai cactus saguaro, dove ti aspetti da un momento all'altro un'imboscata dei pellerossa...
Poi giungere nelle rosse terre (Red Country) di Sedona dopo tappe tra lussureggianti foreste di pini e altopiani di verdi praterie punteggiate di ginepri. Qui si rinnova l'incontro con le stupende rocce rosse di sand stone, ammaliatrici come sirene per noi amanti delle 'arti verticali'. E il facile trail nel cuore di Cathedral Rock e' veramente un pellegrinaggio al santuario della roccia, con le cengie sospese sugli infiniti panorami di Sedona, impossibili pareti e immani diedri, campanili di sand stone da cui traguardare mille e mille altre forme rocciose.
Le miglia scorrono sotto le ruote della fida Guendalina, l'auto che mi accompagnera' in questa avventura da Phoenix a Los Angeles attraverso ben quattro stati. Risalendo verso nord incontro Sunset crater con estese foreste di ponderosa pine che affondano le robuste radici tra le colate laviche, foreste che gradualmente lasciano posto agli aridi deserti in cui fare un tuffo nella storia dei Sinagua, misteriosi popoli che vissero qui per un paio di secoli per poi svanire nel nulla.
Passaggio obbligato per la cittadina di Page, nella Navajo Nation per transitare sul Glen Dam - Lago Powell e approdare nello Utah. Qui mi aspetta un lungo hike in un caldo torrido per rivivere dopo circa 5 miglia di marcia le sensazioni dei Narrows di Zion: anche nel Paria Canyon torreggianti pareti di sand stone dominano il torrente Paria ma in una solitudine invece inusitata nel parco di Zion.
Il viaggio procede verso est toccando ancora una volta il gia' citato Zion ma visitando questa volta i versanti meno noti dei Colob Canyons. Sempre gigantesche pareti di magnifica roccia rossa immerse in verdi boschi, una mecca per scalatori ed escursionisti.
E' la volta del Nevada, arido lembo di deserti incuneato tra Utah e California, dove pero' non manco l'occasione di salutare le rocce rosse nella Valley of Fire, prima di giungere a Las Vegas per la notte e poi procedere nella Death Valley. L'approdo in California e' proprio attraverso il suo lato piu' inospitale e arido, quella valle della Morte che invero e' piu' viva di quanto non si creda. A cominciare dalle frotte di visitatori, come a Zabriskie Point, dove interi pullmann svuotano il loro ventre refrigerato per depositare decine di gitanti nipponici e non nella fornace della valle (47 gradi centigradi...).
La vista da Dante's View e' forse la piu' suggestiva, ma anche le dune stile Sahara o i marmi levigati di Mosaic canyon in questa depressione infuocata sono tappe immancabili.
Poi le tappe forzate di valle in valle, a superare gli infiniti Ridge montuosi, verso la San Joaquin valley sperando di non rimanere a secco...
La fortuna (o la sfortuna *) vuole che abbia una gomma a terra in quel di Bakersfield, dove Mrs. Veronica e' l'angelo inviato dal cielo che mi soccorre e mi toglie dai pasticci. Il giorno dopo, comunque, non posso esimermi dal cercare un gommista per sostituire la gomma. Tornato in pista con qualche ora di ritardo si riprende il tour dei parchi con Sequoia National Park. Questi giganti del regno vegetale inducono un silenzioso rispetto, sia per la veneranda eta' (alcuni superano i 2500 anni) sia per la mole immane (oltre 80 metri di altezza e circonferenze nell'ordine dei 10 m...). Un santuario della natura anche per le presenze animali: un simpatico orso nero si aggira tranquillo nel bosco nei paraggi di generale Grant (la seconda sequoia piu' grande al mondo), infischiandosene della piccola folla di escursionisti curiosi; cosi' come un paio di teneri cervi pascolano serenamente nei verdissimi prati di Crescent Meadow tutt'altro che infastiditi dalla presenza umana.
E' ora la volta del Pacifico, con vere perle di natura costiera, come Point Lobos e Julia Pfeiffer Burns, piccole riserve statali, boschi di cipressi in riva al mare, coste rocciose che negli anfratti ospitano colonie di foche e leoni di mare, nonche' qualche balena in 'gita' rivierasca...
Il viaggio volge al termine, ancora un saluto al mare oceano, questa volta da Santa Monica ed i canali di Venice, altro lido della infinita Los Angeles...
Goodbye America, see you soon.