E' estate. Le bizze del tempo si mettono di traverso rendendo incerta qualsiasi previsione, eppure il desiderio di alta montagna si fa sentire... Una decisione dell'ultimo minuto e l'idea di una due giorni in alta Valle d'Ala prende forma.
Ecco che un venerdi' sera mi ritrovo solingo (o ramingo) a percorrere i quasi 900 m. di dislivello per il rifugio Gastaldi in un'atmosfera umida e afosa. Il sudore gronda da ogni poro e nessuna brezza porta il benche' minimo sollievo. In queste condizioni e' una fatica improba infilare un passo dopo l'altro con lo zaino non proprio leggerissimo...
L'idea e' di salire qualche vetta il giorno innanzi.
Consultato il gentilissimo gestore del rifugio rimango dubbioso sull'obbiettivo dell'indomani. Al risveglio, dopo i 'consigli' della notte, mi avvio verso il colle di Arnas, meglio promettente in quanto a nebbie mattutine.
Nuovamente la fatica e l'afa si fanno sentire, ma un po' piu' di refrigerio giunge dalla fresca brezza che aleggia sulle lingue glacio-nivali. Zigzagando tra rocce e nevai guadagno il pianoro glaciale sotto il colle. Da qui si ammira l'elegante piramide della Punta Maria, la cui cresta nord appare in fondo abbastanza innocua.
Arrancando raggiungo il Colle d'Arnas, potendo finalmente ammirare il mare di ghiaccio del Glacier d'Arnes sul versante francese. Le nubi ed un cielo grigio da quel versante non lasciano molte speranze: le previsioni di rapido peggioramento sono veritiere.
Cionostante intendo fare almeno un tentativo per la cresta. Tra facili pietraie pervengo all'inizio della parte tecnicamente impegnativa della cresta: qui le difficolta' salgono immediatamente presentando passi di II in notevole esposizione.
Condizione soggettiva non ottimale e tempo incerto consigliano di rimandare ed accontentarsi. I panorami grandiosi, gli immancabili incontri con gli stambecchi e le piacevoli chiacchierate al rifugio Gastaldi rendono comunque questa due giorni di grande soddisfazione.