Ecco una di quelle vie classiche generalmente snobbate a causa delle difficolta' contenute, almeno come riportato nelle relazioni...
E qui si aprirebbe una disquisizione sui gradi 'classici' e sui gradi 'moderni'. Lungi dal proporre una dissertazione sullo spinoso problema, ma almeno una cosa va detta: i gradi dichiarati dagli apritori di vie classiche negli anni epici dell'alpinismo (es. gli anni '30 dei Tre Denti) non sono molto paragonabili agli analoghi gradi di vie aperte in tempi moderni.
Dunque, ci godiamo questa salita, breve ma di soddisfazione, dove il IV grado lascia talvolta interdetti, se non altro perche' ci si trova spesso a guadagnarselo confidando (giustamente) nell'abilita' degli apritori classici a trovare una via di salita abbordabile anche tra strapiombi non proprio innocui. Le protezioni poi sono piuttosto scarse, specie se guardate con occhio moderno. Eppure i quegli anni eroici i nostri salivano con poche e precarie protezioni e talvolta (come il Fortissimo) si lanciavano a superare passaggi oggi valutati intorno al 6a... (Vedi variante Gervasutti da noi solo osservata con umile rispetto).
Suggeriamo quindi a coloro che guardano con aria di sufficienza queste vie di affrontarle, magari con mezzi piu' vicini a quelli usati dagli apritori (scarponi e solo chiodi) e di godere il sapore classico di vie quasi di montagna.