Sara' che la via era nel nostro carnet dei desiderata da tempo, sara' che i commenti su Gulliver lasciavano presagire tutt'altro, comunque le attese per questa Super Rustica erano elevate, purtroppo totalmente disattese dalla realta'...
L'avvicinamento per crinali tra val Varaita e val Maira contribuisce ad aumentare l'attesa: bellissime vedute sul Viso a nord, ampissimi panorami a sud, con vista su Argentera e marittime, il tutto camminando su creste erbose intervallate da bei massi rocciosi e qualche rado faggio in veste autunnale.
L'idillio finisce qui, purtroppo. Seguendo le indicazioni della relazione giungiamo al fantomatico ruscello, di cui residuano poche tracce in questa stagione, ma identificabile ugualmente per recenti lavori di sistemazione dei sentieri (passerelle di legno). Qui i bolli sulla sx sono invisibili e solo dopo parecchi minuti di caccia al tesoro riusciamo a scorgere una sbiadita freccia rossa sepolta tra felci arboree... Una ripidissima traccia tra alberi caduti, rovi, arbusti invadenti con si giunge alla placca biancastra e all'attacco della via (pochi minuti, ma di vero calvario nella giungla, dove solo col macete si potrebbe procedere bene).
Il primo tiro e' una 'perla' di chiodatura parsimoniosa: primo spit a molti metri dall'attacco dove occorre muoversi su placca delicata e ormai sporchina, poi finalmente un paio di spit (distanti) ma correttamente posizionati, quindi un ultimo spit vicinissimo ai precedenti e totalmente inutile; da qui un mare di placca senza protezione alcuna (poche possibilita' di protezione) ma con uno spit 'finalmente' infisso laddove ormai cessano totalmente le difficolta'... (no comment!).
L2 si raggiunge con alcuni minuti di via crucis e flagellazione a cura di rovi e arbusti spinosi; il tiro pero' e' forse il piu' godibile di tutta la via. Non difficile e vario, su buona roccia e con ampie possibilita' di integrare i pochi spit presenti.
L3 breve tiro facile quindi
L4, una chicca per i secondi di cordata, costretti a passi in discesa senza quasi possibilita' di protezione, seguiti da analogo brivido in traverso (sul facile, per carita', ma pur sempre rischioso)
L5-L6 tiri in placca (le fessure citate nella relazione non sono per lo meno evidenti), con protezioni sempre posizionate dopo i passi piu' aleatori, comunque mai superiori al V
L7 'gioiello' di chiodatura inutile, roccia sporca e invasa da vegetazione e, dulcis in fundo, sosta posizionata invece che in uscita dal diedro (ampio masso disponibile) molto arretrata nell'unico posto dove viene a creare un attrito allucinante.
Da qui cambia il nostro obiettivo: uscire prima possibile da questa sequenza di tiri (l'appellativo di via non ci convince...) anche per sentiero, se possibile.
Invece ci troviamo a peregrinare tra rovi, boschetti di noccioli fittissimi, felci giganti in cerca di un varco per raggiungere il successivo risalto, per fortuna ben visibile.
L9 inizia con un bel muretto di V+ ben protetto e integrabile, ma prosegue su roccia marcia e terrosa, muschi e licheni in abbondanza e totale assenza di spit, sostituiti da chiodi negli unici punti in cui si sarebbero potute posizionare protezioni veloci. Altrove le placche sporche restano sprotette...