Si riprende con l'alpinismo, obiettivo la cresta al Corno Battaglia e, se possibile, prosecuzione fin sulla cima omonima.
Ci troviamo con Papik in una promettente e calda giornata di maggio in questo angolo di Piemonte che gia' sa di val d'Aosta.
La catena di cime che fara' da teatro alla nostra salita si presenta subito, appena giunti all'amena conca di Scalaro: dalla Cima di Bonze al Bec Renon passando per la cima Battaglia.
Attacchiamo il sentiero x bec Renon, ben segnato, appena in fronte al borgo di Scalaro. Partenza ripida per dare subito il passo della salita odierna. Lasciamo la diramazione x il Renon e poco oltre smarriamo il sentiero "ufficiale" e dunque improvvisiamo un itinerario in cresta, prima erbosa, poi sempre piu' ripida e rocciosa. Finalmente si inizia a scalare! Poi si incontra il primo vero torrione, affrontato centralmente per un canale erboso ed una prima paretina che ci invita a tirar fuori la corda...
Ancora conserva, poi roccette e
la prima sosta attrezzata a spit. Proseguiamo per saltini fino alla vista del torrione con camino che desta qualche apprensione... Fortunatamente dalla sosta sottostante vediamo brillare un rassicurante spit, senza il quale, forse, con i nostri scarponi non ce la saremmo cavata cosi' agilmente. Bei movimenti su muro verticale per uscire a sx del
camino, a nostro giudizio un po' piu' del III grado frettolosamente dichiarato da alcune relazioni.
Ancora conserva per giungere all'ultimo torrione, ossia il Corno vero e proprio. Qualche zig zag in un dedalo di rocce per arrivare alla
placca protetta da spit, ultima vera difficolta' prima della vetta. Superarla con gli scarponi ci richiede uno sforzo di fiducia non da poco, tant'e' che i successivi passi in notevole esposizione sembrano ormai una tranquilla passeggiata. Eccoci alfine in cima al Corno da cui godiamo di una vista grandiosa: i giganti del Rosa, la piramide del Cervino, in compagnia di altre piramidi come Dent Blanche e Dent d'Herens, poi il Combin e conclusione sulla 'nostra' Tersiva.
Non c'e' tempo per attardarsi e dobbiamo cercare una via di discesa sicura vista la molta neve sul versante nord. Optiamo per una doppia di fortuna su spuntone, lasciando un cordino con maillon. Giunti al colle ci rifocilliamo velocemente e ci rimettiamo in marcia presagendo una discesa non proprio agevole... Il
vallone presenta subito insidiosi ripidissimi prati d'erba olina e salti di roccia da evitare. Un continuo zigzagare fino a quando decidiamo di percorrere una
cengia sospesa verso sx... Fortunatamente il nostro peregrinare verso sx (est), tra cenge, vaghe tracce, casolari ormai diruti, con la costante dell'erba olina, ci condurra' verso il salvifico sentiero del Bec Renon. Ma gli interminabili momenti di tensione per cercare i passaggi migliori e piu' sicuri ci fanno ricordare che una gita alpinistica non e' finita finche' non si e' rientrati alla base!
Ancora fatica, anche se su comodo sentiero segnato, per chiudere l'anello nei pressi dell'alpe Lebi inferiore, passando dalla caratteristica
alpe del Torrione, dove per un attimo
Papik si immedesima nella vittima sacrificale di riti ancestrali qui condotti dai druidi celtici del Renon....