Massacrante... un'escursione sfiancante se percorsa pervicacemente ad anello. Infatti nessuna traccia evidente ho trovato dei fantomatici sentieri tracciati in una delle cartine topografiche che ho con me... Ergo sulla via del ritorno almeno due ore di faticossissima ricerca di inesistenti sentieri in un terreno impervio: scoscesi pendii di erba scivolosa, pietraie infami, boschine impenetrabili di ontani, profonde gole da aggirare in un continuo ed estenuante saliscendi. Uniche tracce quelle dei ripidi sentieri percorsi dai camosci.
E pensare che la gita era partita benissimo: tappa al nuovissimo ed accogliente rifugio di Pian Mune' dove sono in attesa dell'unico elemento mancante per l'apertura degli impianti, la neve!
Da qui l'itinerario segue i pendii prativi che scendono dalla Testa di Garitta Nuova aprendosi continuamente a panorami estesi, fin verso i massicci glaciali del Rosa e del Granpa. Un'occhiata alla cartina e matura l'idea di seguire per la Testa di Cervetto invece di proseguire per la gia' conosciuta Garitta Nuova.
Dapprima su sterrata che conduce alla
Meira dei Luset, poi per tracce di sentiero si giunge all'ameno pianoro dei Laghi dei Luset, da cui partono ruscelli ormai imprigionati nella morsa glaciale.
Una ripida traccia infine risale il fianco est della nostra meta e ci porta al bellissimo crinale erboso che congiunge la Riba del Gias al Cervetto: l'ennesimo
balcone verso il Viso e i suoi discepoli.
Pasto frugale, foto di rito e discesa per comodi prati sul versante ovest sempre sorvegliati dalla mole del Viso.
Nessun sentiero pero' incontriamo nella discesa, solo tracce molto "arate" dai bovini che qui hanno pascolato fino a poco tempo fa. Il ritorno alla partenza sara' un calvario come gia' detto al principio di questo racconto...