Gita atipica, infatti quando il giorno volge al termine di solito si scende dalla montagna, ma noi che gadan siamo, invece saliam, saliam, saliamo.... e direi che di gadan ce n'erano un bel po', infatti eravamo circa in 70 a partecipare!! Io e Anna ci siamo uniti ad una bella comitiva composta dai nostri amici, amici di amici, colleghi di amici..etc.etc piu' un bel gruppo CAI di Torino, totale circa 70 ciaspolatori. Partenza in autobus da Torino ed arrivo al Melezet verso le 17:30, l'aria non e' gelida come ci aspettavamo. Inforchiamo le racchette da neve (per gli amici le Ciaspo) e ci incamminiamo su per la valle Stretta ansiosi di mettere in pratica l'arte ciaspolatoria, ma la neve e' praticamente ghiacciata e compatta. Infatti non si spofonda neanche saltandoci sopra, cosi' ognuno cerca vie alternative pur di trovare neve molle e alta...ma niente. Intanto la sera avanza ed il buio ci coglie quasi in prossimita'
del rifugio, meta ambita da tutti perche' nel frattempo si e' alzato un vento freddo che ci fa' sognare la polenta e salsiccia bella calda che ci aspettano al rifugio. Arriviamo alla spicciolata, ma tutti sani e salvi, nessuno si e' perso, cosi' possiamo goderci
l'ospitalita' del rifugio tra polenta, salsiccia, spezzatino, vinello, dolci, caffe', pusa caffe' e cori alpini improvvisati dal CAI, cori che man mano che il vino scendeva, prendevano una piega piuttosto goliardica :-) Ritemprati e rifocillati ci apprestiamo a tornare, in piena notte. La notte e' stupenda,il cielo limpidissimo ma soprattutto la luna piena con la sua luce ci illumina il cammino. E' veramente affascinante
camminare nel bosco di notte con la neve, illuminati solo dai raggi lunari, le pile praticamente non sono servite, tranne che in alcuni punti dove si rischiava di volare in qualche partugio nevoso. Il silenzio del bosco notturno, i rumori attutiti dalla neve, il riverbero della neve che sembra avvolgere tutto con un mantello fosforescente e il solo scricchiolare degli scarponi e delle ciaspole sulla neve rendono l'atmosfera magica, qualcosa di ancestrale che ipnotizza i prodi ciaspolatori che in rigoroso silenzio (o quasi) camminano come falene nella notte attratti dalla luce della meravigliosa Luna.