Volevamo unire il piacere della montagna con la riscoperta della sua cultura e storia , quale luogo migliore per poter assaporare siffatta bellezza se non il Vallone di Tourrison, una valle che non conosce mezzi a motore, posta sulla sinistra orografica della valle di Gressoney. Questo luogo era gia' stato meta del nostro illustre Gadan Piero nel mese di
Dicembre 2014, noi vi proponiamo la versione estiva.
Il patrimonio architettonico in questi luoghi e' ancora intatto, iniziamo la salita (eeehh si perche' questa gita si svolge su una mulattiera tutta in ripida salita....), dicevo iniziamo la salita e subito incontriamo le prime abitazioni che hanno fatto da dimora ai coloni che vivevano in quei luoghi, raggiungiamo la borgata di Bioley (Bioule, 1127 m) con la sua
cappella restaurata e proseguiamo lungo il sentiero.
Raggiunto l'alpeggio di
Tourrison-Turrudschu di sopra (1660 m) ci fermiamo per rifocillarci e scambiare 2 parole con il proprietario dell'alpeggio intento nelle sua quotidiana attivita'.
Si prosegue in salita, la mulattiera si perde tra i rododendri e ginepri, ma noi puntiamo verso la nostra meta , passando non proprio sulla traccia originale fino ad arrivare all'alpeggio Credemi-Kredemi (1770 m).
Passando alle spalle della costruzione notiamo un
enorme tumulo di pietre che ricorda i siti preistorici, ma non e' un monumento funebre bensi' il paravalanghe che protegge la malga!! Senza questa protezione le slavine e il loro soffio danneggerebbero seriamente il tetto e la parte superiore della costruzione - invece questa grossa massa di pietre taglia il flusso della neve e lo spostamento d'aria tenendo riparata la struttura principale dell'alpeggio.
Notiamo una costruzione simile piu' in alto presso un' altra malga, questo ci fa capire quanto fossero "evoluti" in termini di praticita' e tecnica, con dei mezzi assolutamente naturali avevano risolto un problema che ai giorni nostri con tutta la tecnologia che ci circonda non siamo in grado di gestire efficacemente (perdonatemi il tono un pochino polemico....)
Breve sosta ed e' ora di tornare, la strada e' lunga e soprattutto insidiosa in discesa, perche' se la salita era ripida, la discesa risulta ancora piu' faticosa per le giunture ormai provate dalle ore di cammino su terreno scosceso e irto.
Bellissima gita, eravamo solo noi in quei luoghi, ci sentivamo un pochino come i primi colonizzatori che calcavano queste montagne.
Un brava ad
Anna, che nonostante la fatica manifestata al ritorno, non ha mollato il passo.