Torniamo con vero piacere in questo angolo sperduto della Val Chisone, piccolo gioiello di rocce immerse tra rigogliosi boschi di latifoglie, luogo di casupole in pietra e paesini dormienti come Serre Moretto. E proprio da qui partiamo imboccando il bel sentiero della Gleiza di Barbet tra castagni e querce, sentiero a tratti protetto da stupendi muretti a secco. Poi d'un tratto si apre l'orizzonte sud tra eriche e vegetazione piu' solare, tra le pareti del Visch e la cresta sommitale della Rocca delle Visioni.
Ripercorriamo, non senza
qualche esitazione, il percorso per scendere alla base della rocca, prima sentiero, poi canalone ripido e franoso. Giunti alla base dell'avancorpo constatiamo con piacere che si tratta di un'imponente parete tutt'altro che umida e ombrosa. Forse in altre stagioni, ma oggi risulta calda e attraente, nonostante qualche muschio di troppo alla partenza. Eppure la scalata risultera' molto piacevole, resa veramente "plaisir" dall'abbondante chiodatura. Propendiamo dunque per proseguire sulla 626, evitando la diretta "Michelin" che appare subito di ben altro tenore. I tiri che seguono al
5c iniziale sono dello stesso livello, ad eccezione di singoli passaggi (in
uscita da L2, un 6b/A0), in partenza su L3 (6a/A0), sul
muretto iniziale di L4 (6a+/A0).
Concluso l'avancorpo e finalmente
in fronte al torrione sommitale il meteo volge al peggio, coprendo il tiepido sole e alzando una brezza fresca. Inoltre incombono da nord nubi minacciose...
Noi intrepidi pero' decidiamo per proseguire sulla Oktoberfest, nuova creazione (o creatura?) di Barba Michelin. L1 si presenta da subito con un registro nettamente piu' impegnativo della via 626: chiodatura parsimoniosa da integrare, difficolta' piu' severe, roccia non sempre eccellente.
Il
5c iniziale continuo e non banale per una quarantina di metri, non regala nulla neppure negli ultimi istanti fino alla sosta... Nonostante le orecchie basse e qualche titubanza indotta anche dall'incertezza meteo procediamo sulla via. Il tiro seguente e' un bel 6a, con un passo verticale con protezione "cattiva", ossia sicura ma che non permette integrazione a chi come noi e' poco allenato; segue una bella
placca "furiosa"... poco chiodata.
Poi
un 5b dal passo iniziale che somiglia a qualcosa di piu'... ma che poi si acquieta e diviene un bel tiro in placca e spigolo. Infine la chicca, con un tiro valutato 5c, ma che a nostro avviso merita di piu', per qualche tratto aleatorio (a noi si e' rotta una presa che appariva bella e solida): bei movimenti su muro verticale poi
tettino/diedro, quindi muretto verticale che non molla fino alla fine della via.
In conclusione ne usciamo con i muscoli belli provati ma con la soddisfazione di una via per nulla banale e piuttosto atletica.
Riprendiamo il sentiero di andata e con poca fatica rientriamo a Serre Moretto e all'auto.