Un pomeriggio piovigginoso di maggio si va a "pascolare" la cagnetta in Comba Albetta, dove tra fitti boschi di tiglio sorge un
pilone votivo a rammentare un tal
San Frontone che secondo certa tradizione (messa in dubbio da più parti) avrebbe soggiornato proprio in questo sperduto vallone nel I secolo. Quale che sia la verità storica la "Comba" ha proprio tutte le caratteristiche di un luogo atto al romitaggio...
Partiamo dal centro di Sanfront e dopo la fresca fontana della Comba imbocchiamo la piccola carrozzabile che punta a San Frontone. L'umidità dell'aria più che la lieve pioggerellina ci imperla di sudore, ma la curiosità ci spinge a proseguire sulla mulattiera che sale sempre più decisa con pochi tornanti. Finalmente un varco nel bosco apre una vista sui crinali alti, verso La Plata e San Bernardo di Gilba. Siamo alle
Meire dei Martini, piccolo e raccolto gruppo di casolari in pietra ancora ben conservati. Con minore pendenza la mulattiera rientra nel bosco e tocca svariati raggruppamenti di case ormai dirute... il silenzio regna indisturbato in queste contrade non più animate dalla fatica dell'uomo che per secoli ha vissuto dei frutti di una terra avara. Pare di essere all'indomani della scomparsa dell'umanità dal pianeta:
case abbandonate, alcune ancora in buono stato, dove ormai solo la vegetazione vive e regna sovrana, insieme a qualche elusivo animale del bosco.
Ci lasciamo alle spalle anche queste rovine dell'uomo per imboccare un sentiero ottimamente segnato di fresco, che con ripide svolte ci porta a
San Bernardo (l'ennesimo da queste parti), sotto Pasturel, da cui scendiamo sulla carrozzabile verso le numerose borgate (queste ancora abitate) del paese di Sanfront fino a chiudere il nostro anello.