Come fuggire l'afa di luglio? Un modo è cercare refrigerio in montagna. Eppure anche agli oltre 1700 m del Pian della Regina l'umidità rende faticoso e sudereccio il cammino per sentieri.
Le nubi che si addensano e nascondono ogni tanto il sole sono dunque benvenute, compensando la troppo balnda brezza di montagna.
Abbandonata la sterrata per il Monte Grané, accediamo al Vallone dei Quarti ed ai pianori superiori per poi dirigere i nostri passi verso E, in luoghi appartati dove non incontriamo nessun escursionista. Distese di rododendri allietano il cammino e smorzano il verde dei prati. Tocchiamo la vetta, ormai avvolta nelle nubi, dopo un ultimo strappo tra chine erbose.
Un rapido pasto e ci rimettiamo in marcia cercando una via di discesa sul ripido versante N-NE. Tra ripidi prati e traversi sotto i rocciosi versanti del Ghincia ci portiamo sul crinale che ci separa dal vallone delle Tampe in vista del Grané. Non prima di aver approfittato di
una residua chiazza di neve come parco giochi...
Qualche momento di indecisione e poi imbocchiamo un'esile traccia, forse antico sentiero oppure cammino degli animali selvatici, che sembra condurre alla Sea delle Tampe. Ed infatti quando le nubi si aprono abbastanza da vedere oltre, ecco che intravediamo il colle in questione. Poco prima di giungervi, ove il terreno finalmente lo concede, abbandoniamo la traccia puntando decisamente verso la sterrata che scende dal Grané. La seguiamo fino al pianoro sotto Pian del Re, dove ci rinfreschiamo nei meandri del fiume Po.