Perdurano le condizioni di sereno in montagna e dunque monta la fregola di toccare il cielo dalle alte vette! Il Nivolet offre sempre ottime occasioni per soddisfare tale voglia...
La salita al col Rosset è una piacevole camminata tra i moltissimi laghi e specchi d'acqua che costellano l'altopiano. Solo lo strappo finale sui detriti calcarei richiede un po' di fatica, ripagata però dalla vista che si apre
verso la val di Rhemes e più oltre sul
massiccio del Monte Bianco.
Da qui è una cavalcata su cresta detritica con qualche passo di elementare arrampicata, cavalcata che conduce alle svariate "cime" della Leynir, tutte contrassegnate da opportuno ometto. La prima "cima" è quella ante passo chiave (placca inclinata), poi la cima sud, quindi ancora la
cima nord (3235 m.), quella più elevata ma forse meno evidente.
La Cima Leynir, quale essa sia, è comunque un belvedere di prim'ordine, spaziando dalle vicinissime cime glaciali del Granpa al Bianco in lontananza. Riecco poi le cime dell'alta Val di Rhemes,
Granta Parei, Tsanteleina e soprattutto la Becca de la Traversiere visitata in
tempi recenti.
Una discesa per ripido canale detritico conduce al colletto con la
Cima Bes a cui si perviene con qualche minuto di cammino per pietraia e roccette. La Bes è un balconcino affacciato sulla conca del Nivolet, meritevole di una visita.
Rietornato sui miei passi noto
un "tizio" accoccolato al colletto a godersi sole, venticello e paesaggio, ignaro della mia presenza (sono sottovento). Quando anche mi faccio notare il "simpatico cornuto" non pare infastidito, anzi messosi in piedi mostra qualche segno di curiosità. Mi godo questi attimi di grazia, mentre
il nostro passeggia maestoso al cospetto del Ciarforon e della Monciair, quasi orgoglioso di abitare un tale paradiso.
Abbandono questo luogo incantato, faticando a staccare lo sguardo dal mio amico stambecco e scendo il valloncello glaciale del Bes.
Rivedo i mille laghi e laghetti, scoprendone alcuni (i cosiddetti laghi Chanavey) incastonati in aspri avvallamenti detritici, dove quasi per magia spuntano qua e là piccole macchie di colore viola e fucsia.
Per vaghe tracce scendo fino ad un balcone sovrastante la
conca dei laghi Rosset e Leità, soffermando lo sguardo, non ancora sazio, su questo scenario "paradisiaco": il
Gran Paradiso col suo stuolo di cortigiani (Tresenta, Ciarforon, Monciair, Denti del Broglio e più in là la Fourà) insieme alle
sorelle Levanne sull'altro lato della valle offrono uno spettacolo che si ripete in continuo, eppure meraviglia ogni volta che occhio umano lo osserva.