Tentativo infruttuoso alla cresta NO della Becca Trecaré: oggi siamo intenzionati a cimentarci su difficolta' abbordabili, percorrendo una cresta di roccia in un bell'ambiente montano. Troveremo solamente l'ultimo dei tre ingredienti...
Infatti dopo un cambio programma dell'ultimo momento rintracciamo una scarna descrizione della summenzionata cresta sul solito repertorio di Gulliver. La conca di Cheneil e' uno scenario molto bello e l'idea di salire una bella cuspide in vista del Cervino e delle vette del Rosa ci attizza assai.
Purtroppo, per distrazione nostra e ingannati dal profilo di cresta orientato a N visibile da Cheneil, proseguiremo troppo oltre il bivio per i Tournalin e ci risultera' piuttosto arduo reperire un attacco sensato alla "cresta". C'e' da dire che nella parte bassa e' assai difficile parlare di cresta in questo tratto della Trecare', ma semmai e' possibile definire una dorsale detritica da cui affiorano alcune porzioni di roccia sana. Su una di queste proveremo a salire, trovando anche
qualche bel tratto di roccia sul II/III grado, cosa che ci indurra' a proseguire ancora. Ma la pacchia finira' presto lasciando posto solo a detriti instabili, rocce assai rotte e terreni molto infidi.
Giunti su uno spallone erboso, ormai in vista di un
paretone sommitale dall'aspetto severo, decidiamo di ripiegare sconsolati alla vista di una fascia di rocce molto molto rotte.
A sx con un po' di attenzione troviamo una via di fuga sull'
immane pietraia alla base della
parete nord della Trecare', pietraia coperta di detrito recente, ulteriore indizio di roccia assai mediocre.
Senza rimpianto per la decisione presa ci dirigiamo con piacere verso i
placidi prati che digradano dolcemente dalla base dei Tournalin, Roisetta e Becca d'Aran, da cui scenderemo a valle verso il bel borgo di Cheneil. Continuando a rivedere dalle varie angolazioni la Becca Trecare' senza riuscire a capirne il rebus... mistero.
P.S. Una cosa pero' l'abbiamo capita:
Q e' denso (in
R) e la sua misura secondo Lebegue e' nulla; cio' implica che i numeri irrazionali sono una infinita' non numerabile ovvero hanno cardinalita' ℵ 1
P.P.S. e sorge quindi spontanea una domanda: se Newton avesse ricevuto in testa una pera adesso la legge di gravitazione universale si scriverebbe come F=Gp1p2/r^2 ?
P.P.P.S. P.S.'s by G.