Dopo averla scorta innumerevoli volte da vicino come da lontano ecco giungere alla fine la volta buona per approdare a questo nido d'aquila formidabile.
Le previsioni meteo promettono tempo buono e stabile per alcuni giorni, dunque adatte per salite in alta quota, e dunque il sottoscritto riesce finalmente a "circuire" un altro gadan della cricca e condurlo alle fatiche dei 4000.
All'arrivo in alta valle del Lys rimaniamo pero' un tantino perplessi vedendo il massiccio del Rosa avvolto nelle nubi... Avremo preso una cantonata?
Sara' questo il tarlo per tutta la giornata: salendo verso Capanna Gnifetti col cielo in parte coperto, guardando via via le nebbie risalire ed avvolgere il rifugio, cenando con vista delle nubi in aumento...
Notte insonne e con cefalee da alta quota, ma fortunatamente risveglio con tempo sereno. Colazione e via, siamo in partenza dietro alle mille e piu' cordate che a frotte hanno lasciato il rifugio scaglionate. Tanto meglio, troveremo una traccia ben battuta a zig zag tra i
numerosi crepacci aperti, molti di piu' rispetto al solito, a detta delle guide.
Infatti sul ghiacciaio del Lys passeremo diversi crepi piu' o meno aperti ed uno addirittura da saltare con un po' di attenzione (ed apprensione viste le orrende "fauci" che si spalancano sotto i piedi...).
Dal colle del Lys si cammina invece in tranquillita' godendo della magnifica sfilata dei 4000 del Rosa: Piramide Vincent, Balmenhorn e Schwarzhorn a sx, i Lyskamm a dx.
Procediamo, rallentando il ritmo man mano che saliamo oltre i fatici quattromila ed avvistiamo finalmente la nostra meta ancora ben lontana. Intanto il sipario si apre a sempre nuove vedute, dalla
Dufour e Zumstein ai Ludwigshoe e Parrot. In lontananza dietro i Lyskamm fa' capolino il
Cervino, poi la Dent d'Herens e mille altri 4000 elvetici.
Ancora uno sforzo per accedere al colle tra Zumstein e Gnifetti, poi arranchiamo sul ripido pendio ghiacciato che conduce finalmente alla
Capanna. Ci accoglie un vento gelido che sferza implacabile, facendo mulinelli tra cristalli di ghiaccio. Tempo di alcuni scatti epici e ci rifugiamo all'interno per ritemprarci e rifocillarci con
squisite torte e crostate, accompagnate da un brindisi a base di the.
Il tempo e' tiranno ma rubiamo ancora alcuni istanti su questo luogo sospeso sull'abisso per contemplare la vastita' della visuale e l'impressionante vuoto che si apre al di la' della balaustra...
Poi viene il momento di scendere e con rammarico ritorniamo sui nostri passi, con cautela scendiamo il ripido tratto finale e poi riprendiamo il tragitto di salita, osservando in piena luce i colossi glaciali e le miriadi di montagne piu' o meno note che sfilano innanzi ai nostri occhi incantati.
Sempre vigili rimettiamo piede sul tratto di ghiacciaio sovrastante il rifugio Gnifetti, saltando
crepi e traversando ponti dall'aspetto precario, con la neve sempre piu' frolla.