Secondo giorno al Morelli-Buzzi, partenza alle 7:30 con obiettivo lo Sperone Sud di Cima Mondini. Temperatura elevata, così come la nostra motivazione. Senza particolare difficoltà o fatica ci portiamo alla base dello zoccolo dello Sperone Sud, dove reperiamo
un chiodo con cordino.
Un paio di lunghezze di III grado ci conducono al cospetto dello sperone vero e proprio.
La roccia è spesso ottima e la scalata puro divertimento; l'impegno è totalmente nella ricerca dell'itinerario, dal momento che di protezioni finora non ne abbiamo trovate, tranne le provvidenziali soste a spit (e maillon di calata).
Sul pilastro ci alterniamo su lunghezze una più
divertente dell'altra, tra muretti, spigoli, tratti in esposizione, fessure, diedrini. Le difficoltà si mantengono tra il III e il IV grado, con roccia per lo più ottima (solo in qualche caso abbiamo, forse per errore nostro, sfiorato blocchi staccati).
Arriviamo in cima al pilastro senza rendercene conto intorno alle 12. Il tempo si mantiene sereno nonostante le previsioni che parlavano di rischio temporalesco. La via per la vetta è però ancora lunga, anzi lunghissima, forse più di quella percorsa. Decidiamo di non sfidare la sorte e saggiamente optiamo per calare in doppia sulla via Saxifraga (data per attrezzata) in modo da goderci la giornata di relax.
In realtà troveremo 2 soste su 4 da attrezzare, evidentemente "depredate" del materiale da qualche mente labile.
Giunti alla base ci raccordiamo al sentiero del Punto Nodale e torniamo a far visita al bela laghetto di ieri.
Distesi sul nostro
"solarium" (masso piatto) con i piedi a mollo ci godiamo la splendida visuale della
parete sud di Cima Mondini col nostro pilastro in bella vista.
Dopo un bel pezzo rientriamo al rifugio per continuare il relax al coperto visto il cielo tendente al nuvoloso e i primi segni di temporale. La pioggia giunge mentre siamo ormai comodi tra le pareti del Morelli-Buzzi e il pensiero va alla scelta saggia di accontentarsi della scalata sul primo torrione dello Sperone Sud. Mentre lassù i tuoni e la piaggia avrebbero reso la salita tutt'altro che piacevole...
In tarda serata, poco prima di cena, ci riprende la voglia di sgambettare e in quattro e quattr'otto siamo imbardati per affrontare l'ultima pioggerellina e dirigerci al
Col Chiapous per vedere l'altro versante dell Monte Stella e dell'Argentera e le montagne oltre fino ai Gelas.