Partenza ora 5:30, si cammina su comodo sentiero sino al
lago Sruer ancora parzialmente ghiacciato, e mancando ancora il sole l'ambiente appare freddo e glaciale. Contornato il lago a est si toccano i primi nevai ancora duri di ghiaccio. Un tratto piu' ripido in traverso consiglia l'uso dei ramponi. Siamo a quota 2400 circa e da qui, tranne un breve tratto su morena, saranno necessari i ramponi.
Il passo Vannino ormai al sole strizza l'occhiolino da lassu' ma occorre ancora un po' di fatica sulle chine di glacio-nevato.
Raggiuntolo finalmente lo sguardo si posa sul
ghiacciaio del Sabbione che dal ripido pendio dell'Arbola digrada giu' fino all'omonimo lago quasi mille metri piu' in basso.
Ora tocca percorrere un arco verso sud aggirando la zona dei crepacci (appena intuibili vista la stagione), per poi virare decisamente a ovest e salire il ripido scivolo dell'Arbola, fino all'ultimo tratto davvero taglia gambe.
Ma toccato il culmine ogni fatica svanisce dinnanzi alla
vista spaziale che si gode sui giganti glaciali del
Rosa ed Elvetici, nonche' per la soddisfazione di aver coronato un desiderio antico.
Il vento gelido sferza, pertanto il tempo di permanenza e' davvero minimo, giusto per un po' di scatti fotografici in ogni direzione da cui emergono montagne le piu' ignote al sottoscritto.
Ripresa la via del ritorno, con cautela si scendono
i ripidi versanti est dell'Ofenhorn (altro nome dell'Arbola), facendo attenzione a non scivolare a causa dello zoccolo che inizia a formarsi sotto ai ramponi...
L'attenzione puo' abbassarsi solo dopo essersi lasciati alle spalle gli ultimi nevai sotto il passo del Vannino. Sulla morena un momento di grazia mi coglie mentre assorto a contemplare
un lenzuolo di genzianelle scorgo
mamma stambecco ed il suo piccolo attraversare il glacio-nevato poco sopra di me...
E' tempo di scendere, contornando il
lago Sruer ora in una veste piu' solare, e giu' fino al rifugio dove mi attende un lauto pasto.