Nessuna levataccia per questa ripetizione della normale alla sud dell'Argentera: ore 7 partenza dal rifugio, ore 8:45 passo dei Detriti, ore 9:30 vetta. Questi i "numeri" della salita, ben altre le emozioni di una ascensione in totale solitudine. Nessuna cordata davanti, quindi immersione totale negli elementi... La traccia e' assolutamente evidente e segnalata con bolli rossi dal rifugio al passo dei detriti e poi ancora fino all'attacco della cengia.
I primi passaggi di roccia suscitano piacevoli sensazioni, mentre la
grande parete finalmente si svela dalle nebbie. Sulla cengia i primi passi incerti sul vertiginoso vuoto sottostante si fanno via via piu' sicuri, anche grazie ai numerosi appigli sul muro di bellissima roccia. Un paio di punti sono protetti con corde fisse, il primo con un passo in discesa non proprio elementare (ben gradita la possibilita' di assicurarsi).
Poi la cengia diviene progressivamente canale in salita fino all'
ultimo tratto in diedro-canale (protezioni con corde fisse) e qualche passaggio verticale.
Finalmente si sbuca sulla sommita' di massi accatastati, ma la vista e' solo parziale... Molte nubi nascondono gran parte del vasto panorama, lasciando solo intravedere in basso il percorso di salita, la
cima Nord e il bacino del Chiotas sul lato est.
Breve sosta in
vetta, poi riprendo il cammino a ritroso, ansioso di cimentarmi con le disarrampicate nei tratti piu' ostici, che in verita' si riveleranno meno impegnativi del previsto, grazie anche alle corde fisse presenti.
Qualche incontro lungo la via con poche altra cordate e giu' discesa dal canale dei Detriti per raggiungere il rifugio in tempo per uno spuntino a base di sostanziose e gustose torte e per salutare la simpatica famigliola di Savigliano con cui ho condiviso la serata e piacevoli conversazioni.