Dopo lunga meditazione, scartate le opzioni piu' allettanti ma impegnative (in solitaria), mi avvio lungo l'alta via n.2 nel selvaggio
vallone des Ussellettes. Tracce di animali sulla neve, ma nessuno in vista, solo tanta tanta neve. Qualche traverso impegnativo consiglia l'uso dei ramponi, poi un ultimo strappo ripido e raggiungo il Passo Alto, dove lo sguardo si schiude verso i
colossi del Rosa e del Cervino.
Una cresta orizzontale di roccette conduce in direzione della
Testa del Paramont, mentre verso sud un mare di vette e di neve e ghiaccio domina la vista. Percorro un tratto della cresta, intimorito dalla mole verticale della Testa del Paramont, poi di fronte ad una crestina nevosa ripida decido di rinunciare all'ipotesi di salita insinuatasi inconsciamente nei miei pensieri....
Una discesa possibile e' presto individuata: un
ripido canale detritico che approda al ghiacciaio d'Ussellettes. Con cautela navigo in discesa sullo sfasciume fino ad approdare alla neve. Calzati nuovamente i ramponi discendo nell'
amena conca dei laghi d'Ussellettes sovrastati dal Paramont e altre vette nevose.
Gli ometti indicano perentoriamente la via, direzione sud, verso la
"valletta sospesa". Abbandonata poi quest'ultima e ricollegato con il sentiero del Ruitor, rieccomi sui laghi superiori (Verde e Grigio) e sulla maestosa vista del ghiacciaio del Rutor.
Chiuso l'anello riecco il rifugio con alle spalle la mole del
Monte Bianco, sfondo di tutto il sentiero di ritorno.