Si torna con piacere ad una salita fuori moda della vicina Val Sangone, i Picchi del Pagliaio. A render assai piu' gradita la salita odierna, oltre alla bellezza di queste montagne, la presenza (finalmente!) di un caro amico con cui da tempo cerchiamo di riprendere insieme le amate salite alpine.
Dopo gli ameni alpeggi del Ciargiur usciamo dal bosco e percorriamo (con sudore) l'amena dorsale da cui piu' in su' si staccano i "nostri" Picchi.
Mancata la prima deviazione segnata con bolli gialli, ormai in vista del primo torrione, optiamo per la risalita del ripido pendio erboso che conduce ad una forcella (nicchia con madonnina) da cui inizia un tratto roccioso. Qui iniziamo la nostra scalata con facili passaggi su roccette e tratti erbosi. Giungiamo ad un ripiano da cui avvistiamo il primo vero torrione (Torrione Orientale).
Dalla base di questo con tre brevi lunghezze, prima su belle placche e saltini, poi traverso e diedrino, infine bella fessura (chiodo), giungiamo alla sommita'. Qui viste l'ora e la stanchezza decidiamo per concludere la scalata e dedicarci allo spuntino, pienamente soddisfatti dalla divertente, seppur breve, scalata e dal panorama estesissimo.
Con una doppia su sosta attrezzata a fittoni ci caliamo per 30m fino alla base del torrione sul lato sud, dove con attenzione e per ripidi prati reperiamo la traccia che conduce a questo torrione a partire dal sentiero sottostante.
E' l'ora delle luci calde serali e gli occhi sono accarezzati dal paesaggio indorato, mentre la quiete regna sovrana su queste valli. Ma immaginiamo di qui a poco come inizieranno a brulicare i veri abitanti del luogo, camosci e cervi, ed altri animali selvatici, mentre il silenzio verra' rotto dal verso possente dei cervi in amore...