Voglia di camminare su per i sentieri delle Alpi di casa, dunque uscita anticipata da lavoro per andare a faticare in alta valle di Ala. Esattamente
26 anni dopo ritorno al Lago di Afframont, con l'aggiunta di una cima a complemento della gita.
Dopo il domestico tratto fino al lago, si innesta una marcia in più, con un ripido sentiero che in breve conduce alla cresta Nord de Il Fort. Di qui EE, ma sarebbe più appropriato RE... Ravanatori Esperti, in quanto per evitare alcune difficoltà occorre ravanare parecchio. L'essere in solitaria e per giunta sul far della sera non induce a tentare salite, e soprattutto dirarrampicate a rischio. Il "ravano" è dunque d'obbligo, che con un po' di esperienza riesce senza intoppi... ma con molte "teppe" d'erba e rododendri che provvidenzialmente aiutano a tenersi in equilibrio sugli scivolosi e ripidi pendii orientali del Fort.
Giunto al colletto e rimirato il grandioso scenario del vallone e di quello adiacente del Paschiet, valuto di scendere anziché salire l'ultima crestina sud per toccare la cima Il Fort. Mentre branchi di camosci fuggono increduli nel vedere un bipede in precario equilibrio nel loro regno, mi avvio in discesa prima sul nevaio dove i buchi profondi sono l'insidia n. 1, poi in cerca di una labile traccia di sentiero (un tempo segnato con bolli rossi, raramente ancora visibili). Smarrito l'esiguo fantasma di sentiero mi ritrovo a ravanare immerso tra i rododendri, con discese rocambolesche appeso ai rami di provvidenziali ontani verdi...
Infine giunto al lago contorno il lato est per riprendere il sentiero di salita: le voci del bosco avvolgono sonoramente nell'oscurità che ormai incombe. Le sensazioni di
presenze amiche mi accompagnano in questo stato di estasi, felicità di ritrovare i vecchi amici di sempre, gli abitanti del bosco e dei monti.