Ritorno in Val Varaita, in una coltre nivale che ammanta le cime tramutandole in
colossi himalayani... Cornici di neve orlano le creste e ripidissimi canaloni innevati scendono dai versanti nord di cime che a stento in estate su noterebbero. Giunti a Ponte Pelvo ci si introduce nell'incassato vallone di Camoscera, all'ombra degli ingombranti giganti di roccia
Pelvo d'Elvo e Bric Camoscera. Tra rade laricete si sale per traccia battuta, ma un po' per distrazione un po' per volontà mi ritrovo solitario a battere la soffice farina, cercando di non perdere la bussola. Ripreso il cammino frequentato, si sale con speditezza, fino all'ultimo strappo ripido per la cima.
Il panorama si fa grandioso: mentre alle spalle la quinta di roccia Pelvo-Camoscera ci sorveglia, affaciandosi al "balcone" si osserva il maestoso
Monviso con tutta la costiera di satelliti innevati.
Il sole qui non si fa vedere ed il vento freddo accelera i preparativi per la discesa: in pochi istanti si sbranano gli snack, si rimuovono le pelli e ci si appresta per la sciata di ritorno.
Un primo tratto ventato e gelato richiede cautela, poi finalmente iniziano i
placidi pendii con boschetti di larice.
Ancora tratti di neve crostosa, alternati a cumuli di farina finissima, ed in più il sole che scalda corpo e anima, rendendo il paesaggio incantevole. Per di più una discesa in totale solitaria (dove saranno finiti i gitanti della vetta?), che regala attimi di pace e piacevole sciata.
Peccato sia tutto così breve e in men che non si dica ci si ritrovi alla base di partenza...